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Il Blog di Corrado Tumaini

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Postilla » Generale » Il Blog di Corrado Tumaini » Normativa ambientale » No TAV: Sindrome da NIMBY?

29 gennaio 2010

No TAV: Sindrome da NIMBY?

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Not In My Back Yard. Indica un atteggiamento che si riscontra nelle proteste contro opere di interesse pubblico che hanno, o si teme possano avere, effetti negativi sui territori in cui verranno costruite. In generale l’atteggiamento consiste nel riconoscere come necessari, o comunque possibili, gli oggetti del contendere ma, contemporaneamente, nel non volerli nel proprio territorio a causa delle eventuali controindicazioni sull’ambiente locale. (versione consolidata Wikipedia).

“23 gennaio 2010 Susa, il corteo «No Tav». Ventimila in manifestazione. È entrato nel centro storico di Susa il chilometrico corteo dei no Tav, partiti verso le 15 dall’autoporto: i manifestanti hanno marciato lungo le statali 25 e 24. Sono più di 40mila secondo gli organizzatori, almeno 20mila secondo la Digos.” (da: il Sole 24 Ore, 24 gennaio 2010).

Saper comunicare l’importanza di un’opera è importante quanto saperla realizzare.

In caso contrario l’opera è percepita come una entità totalmente estranea; ciò alimenta dubbi, sospetti e leggende di ogni tipo. Appellarsi all’importanza nazionale e sopranazionale dell’opera non è più sufficiente a rimuovere le cause del NIMBY e acquisire il consenso delle popolazioni locali. Ricucire le posizioni diventa compito estremamente arduo, talvolta non più perseguibile. Anche opere di reale interesse e utilità contingente sono abbandonate o divengono obsolete quando finalmente sono terminate.

Circa il NIMBY, alcuni sostengono che la carenza di informazione agli abitanti dei luoghi impattati  sia spesso tra le cause delle opposizioni incontrate da un progetto, asserendo che se i rapporti con questi ultimi fossero impostati in maniera più aperta, anche in accordo con la legge 2001/42/CE che invita gli amministratori a consultarli e ragguagliarli preventivamente nel caso di interventi a grande impatto ambientale, probabilmente molte contestazioni verrebbero mitigate .

In merito alla posizione contraria alla Lyon-Torino assunta dagli abitanti e dai sindaci della Valsusa, così detta protesta NO TAV, la Presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, sostiene che “si sopravvalutano i rischi e si sottovalutano i vantaggi in termini di sviluppo e occupazione. Finora c’è stata indubbiamente una carenza informativa, e per questo abbiamo deciso anche di aprire un centro di documentazione che spieghi l’opera e i vantaggi che ne deriveranno per il Piemonte e per tutta l’Italia. Il livello di disinformazione è enorme: in tanti dibattiti ho sentito cose terribili, come quella che nella valle moriranno tutti. Non morirà nessuno“. (fonte: Sito ufficiale della regione Piemonte).

Il progetto Corridoio 5 della TAV è argomento di discussione da almeno 20 anni; girando per la Rete alla ricerca di siti sull’argomento TAV, con particolare riguardo alla tratta Lyon -Torino , non si ha la sensazione di un vuoto di informazione, tutt’altro. Negli ultimi 5 anni pare che a livello locale l’informazione sul tema si sia gradualmente ampliata. Si sono confrontate posizioni contrastanti (No! Sì!), aperte aree di discussione, promosse iniziative di coesione su temi apparentemente distanti dalle mere tecniche progettuali. E a scala nazionale ed europea?

Chi conosce bene la realtà dell’area alpina e le forma mentis delle sua popolazioni autoctone è concorde sul fatto che la così detta “militarizzazione” della Valle Susa voluta dalle autorità centrali nell’autunno 2005 fu un grave errore politico-strategico (e anche tattico, con le forze dell’ordine rimaste per ore in due tronconi separati nell’alta valle) segnale di una non conoscenza della realtà locale.  A distanza di cinque anni, la manifestazione dell’altro giorno pare confermare come il movimento No TAV si sia consolidato sotto i riflettori spenti dei media.

È ancora sindrome da NIMBY?

Che ruolo ha svolto l’informazione, quella “ufficiale” e quella passata attraverso i “seminari di formazione”?  Qual è ora il livello percepito del rischio ambientale e sociale in Valle Susa e qual è quello recepito dalle amministrazioni centrali? Quanto pesano sulle scelte dei singoli i particolarismi e la conoscenza dell’argomento, le gabbie mentali e i vuoti progettuali, la nostalgia e le visioni di ampio respiro?

Letture: 9031 | Commenti: 36 |
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36 Commenti a “No TAV: Sindrome da NIMBY?”

  1. diego corti scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 13:56

    Grazie Corrado…

    Parlare di Tav in questi giorni “caldi” mi crea sempre una forte ansietà, la disinformazione che quotidianamente (ed ormai da anni) subiamo è evidente.
    Un personaggio dei cartoons diceva che lui in fondo non era cattivo, ma che lo disegnavano così…in effetti gli articoli giornalistici e quelli televisivi danno di noi una pessima immagine, siamo descritti come una masnada di montanari contrari al progresso, a volte anche un po’ folkloristici nei nostri atteggiamenti oltranzisti, dediti all’alcool e frequentatori assidui di gruppi eversivi quali i no global, gli anarcoinsurrezionalisti, i centri sociali, insomma dei veri asociali….
    Siamo noi che nella nostra ignoranza ci opponiamo all’ineluttabile progresso umano, le nostre opinioni e le nostre paure non corrispondono al vero, poiché siamo stati male informati da personaggi “sobillatori e dispensatori di menzogne”….
    Una cosa che mi indigna fortemente è quando descrivono la nostra opposizione come una tipica reazione della sindrome di “NIMBY”, non accettiamo nessuna infrastruttura nel nostro giardino di casa….questo lo hanno espresso sia politici che imprenditori, dimostrando in tale modo la loro malafede e/o la loro ignoranza al riguardo sia dell’opera in questione che della realtà valligiana.

  2. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 15:31

    @ Diego Corti:grazie per aver dato avvio ai commenti con questo contributo che coglie in pieno lo spirito di fondo che anima Postilla e mostra una notevole coscienza sull’argomento.

    Lo accolgo come un ottimo auspicio nell’aprire la finestra di discussione su questo tema controverso.

    Il progetto TAV che non può essere ridotto a un “problema locale” e con risvolti “folkloristici”. C’è una quantità enorme di materiale per discutere e in Postilla c’è uno spazio privilegiato per le verifiche e per confrontarsi; personalmente poi…sono sempre attratto dal rischio!

    Per i commenti valgono solo le regole generali: firmare con nome e cognome il commento è cosa gradita;
    commenti a sproposito e insultanti (a insindacabile giudizio dello scrivente) saranno censurati: questo è un blog “politicamente molto scorretto”
    E a proposito di “politicamente” nel senso di “modo di trattare le cose” come si manifesta ad oggi l’azione dei decision makers?

  3. Doriana Tassotti scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 16:45

    Condivido quanto affermato da Diego Corti perché anch’io , come lui, sono coinvolta da anni in questa lotta contro un’opera assurda, vecchia ancor prima di nascere ,inutile, pericolosa dal punto di vista ambientale e ricchissimo piatto per ogni genere di Mafia.
    Come Diego, rigetto la definizione Nimby. In questi lunghi anni di opposizione al TAV la gente della Valle di Susa é uscita di casa, si é confrontata in assemblee pubbliche, si é documentata leggendo testi anche ostici, ha ascoltato diversi pareri di esperti che non erano schierati da nessuna delle due parti , ha manifestato pacificamente, ha difeso – sempre pacificamente ( le manganellate ce le siamo prese noi! )- il territorio , ha condiviso idee, ha inventato iniziative di ogni genere, ha parlato con il resto d’Italia ( perché questo é un problema del Paese tutto e non solo della Valle di Susa), ha parlato con l’Europa ( sobbarcandosi viaggi kilometrici ed impegnativi verso Bruxelles e Strasburgo ), ha insomma fatto DEMOCRAZIA.
    Altro che sindrome Nimby!

  4. diego corti scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 17:33

    Da quando si è incominciato a parlare di TAV, mai nessun politico o imprenditore si è preso la briga ed il dovere di promuovere in Valle degli incontri “propedeutici” al fine di spiegare alla popolazione le (eventuali) ragioni del loro progetto, si dava per scontato che la popolazione messa di fronte ai dati di fatto, (come per la costruzione dell’autostrada..e di altro ancora…) non avrebbe creato ostacoli ai cantieri.
    Quello fu il loro più grande errore, se a progetto iniziale il “sapere” della gente era minimo, sarebbe stato meno difficile farci ingoiare l’ennesimo infinito cantiere a cielo aperto e gli amministratori non avrebbero di certo obiettato con le lusinghe del denaro elargito con generosità sulla base delle compensazioni.

  5. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 22:24

    @ Doriana: perchè sostieni che la tratta TAV Lyon-Torino è “un’opera assurda, vecchia ancor prima di nascere ,inutile, pericolosa dal punto di vista ambientale e ricchissimo piatto per ogni genere di Mafia”?

    Mi piace sempre ricordare (agli altri) che sono un “tecnico” …non potendo sostenere che sono un “militare” e obbdisco agli ordini: è l’alibi migliore del quale disponga.

    Perciò la replica te le rivolgo da “tecnico”: queste tue sono affermazioni che o sono supportate da una condivisibile analisi costi/benefici o entrano nel calderone delle gabbie mentali.

    Non basta definirsi fuori dal NIMBY, si deve “esserlo”.

    ??

  6. raika scrive:
    Scritto il 29-1-2010 alle ore 23:59

    progresso uguale regresso, malati di NIMBY no essere realisti si
    opera inutile 20 anni fa lo sostenevo e tutte le prove le ho avute negli anni gia passati, ogni opera faraonica sostenuta per rilanciare il lavoro non e servita a nulla ,chiaro e il concetto non e un opera che serve alla popolazione ma e un opera che serve allo stato per far partire e muovere delle ditte appartenenti sempre a forze politiche smuovere soldi per far girare l’economia virtuale anche se l’opera non verra mai finita si mette in moto un ingranaggio dove qualcuno si arricchira , chi ci perdera, in primo la popolazione del posto per i disagi che le verrebbero procurati ,la distruzione della valle , la famosa autostrada a noi non ha portato nessun benessere ma solo disagi inquinamento e ti devo dire che e proprio brutta , ti ribadisco che noi popolazione detto movimento no tav persone di ogni eta se ci mettiamo la faccia e resistiamo ai continui attacchi ,e perche siamo certi e convinti dopo esserci documentati che e un opera inutile e quei benedetti soldi se ci sono vanno utilizzati per cose serie e che servano a tutti

  7. Doriana Tassotti scrive:
    Scritto il 30-1-2010 alle ore 10:28

    Caro Corrado ( permettimi questa confidenza anche se non ci conosciamo ), hai proprio ragione : ogni affermazione non supportata da una esauriente spiegazione si trasforma inevitabilemente in uno slogan. Cercherò allora di spiegarti il perché delle mie affermazioni in merito al TAV.
    La linea Torino-Lione é un’opera vecchia già prima di nascere perché per la sua realizzazione si prevedono 25/ 30 anni di cantieri. Un tempo infinito in un mondo che é in continua evoluzione e che, molto probabilmente, tra 30 anni non avrà più le esigenze che ora vengono sbandierate. Il flusso di merci su quella direttrice é già da tempo in netta diminuzione ( come del resto affermato dagli stessi Quaderni dell’Osservatorio , voluti da Mario Virano!!!!). Certo ci hanno raccontato la favola bella del treno superveloce che permetterà di togliere i camion dall’autostrada, regalando a questa Valle già ampiamente infrastrutturata, una boccata d’aria pura. Una favola, appunto. Perché infatti si é già iniziata la costruzione del secondo tunnel del Frejus. Tunnel non di emergenza ma di probabile transito. Come dichiarato dalla stessa SITAF. Non ti pare esista una qualche incongruenza/ contraddizione in tutto questo?
    La Torino-Lione é un’opera pericolosissima dal punto di vista ambientale perché il tunnel di base ( proprio oggi ampiamente pubblicizzato dai media nella sua ultima – definitiva?- versione ) verrà scavato in un territorio ricco di amianto ( filone amiantifero che dalla valle di Lanzo approda in Val di Susa ) e uranio ( di cui si era già accertata la presenza in passato durante ricerche fatte sul territorio a conto ENI). Certo tu sei un tecnico e obbietterai che ora esistono strategie per evitare la dispersione di materiali pericolosi sul territorio. Mi dispiace ma nessuno crede a queste affermazioni “rassicuranti”. Semplicemente perché siamo in Italia e non in Svezia.E tutti sappiamo quanto il capitolo “Sicurezza” ( insieme ad altri settori vitali per il Paese , quali Scuola e Sanità ) venga troppo spesso trascurato….Non vorremmo finire quali vittime in un futuro processo per disastro ambientale ( vedi Mugello) che , ovviamente, verrebbe cancellato dal decreto sul Processeo Breve.
    Vogliamo poi parlare delle sorgenti? Parliamone. Se hai visionato il bel lavoro fatto da Diego in PP, avrai notato quante sorgenti sono scomparse dopo la realizzazione dell’autostrada Torino-Bardonecchia e della centrale idroelettrica di Pont Ventoux. Nelle frazioni di Salbertrand l’acqua viene già spinta dal basso attraverso pompe , perché le sorgenti in loco sono per sempre scomparse. Del resto, quando alcuni anni fa avevamo chiesto che fine avrebbe fatto l’acqua dopo l’impatto con la “grande opera” , un eminente “tecnico” governativo ci aveva spiegato che tutto sarebbe stato risolto con le autobotti….
    Capitolo Mafia: scusa ma….te lo devo spiegare? Lo sai anche tu che il giro ghigantesco di miliardi che ruotano attorno ad una infrastruttura di questo genere attirano personaggi poco chiari. Non certo muniti di coppola e fucile a palettoni ma di un gran numero di carte di credito e importanti amicizie in Parlamento. Lo dimostrano le denunce per appalti truccati e connivenza di tipo mafioso cadute sulle tratte del TAV sulla Torino-Milano. Qui, purtroppo , l’ombra mafiosa si é già palesata ed inquietanti episodi hanno visto protagonisti imprenditori locali. Tutto questo quando della “grande opera” non si é piantato ancora un chiodo.
    Aggiungerò una piccola cosa , solo per farti comprendere come questa toria del TAV in Val di Susa abbia raggiunto aspetti da tragica farsa. Dal 9 gennaio scorso subiamo i continui attacchi da parte delle trivelle che dovrebbero condurre i sondaggi geognostici preliminari alla stesura del progetto. Dal 9 gennaio rispondiamo con l’opposizione pacifica ma determinata alle trivelle e con l’installazione di presidii. Nel territorio della città di Susa sono stati fatti ( per ora) due sondaggi su dieci previsti. Tali sondaggi sono stati possibili solo perché fatti all’interno di aree private , dove la popolazione non può accedere. Nonostante questo , i due sondaggi che dovevano durare 2 settimane ed arrivare ad una profondità di 30 metri ( vedi il sito di LTF e RFI ) , sono terminati – per la forte protesta popolare – dopo solo un giorno e mezzo. Sei un tecnico: dimmi a che cosa sono serviti. Nonostante ciò , la macchina propagandistica del Governo ha annunciato oggi il nuovo tracciato. Fatto su quali sondaggi? Supportato da quali accertamenti?
    Da vent’anni a questa parte , nessuno si é mai degnato di darci spiegazioni. Abbiamo chiesto ripetutamente ( e invano) di incontrare i fautori e i sostenitori dell’opera in un confronto franco e civile. Non é mai successo e il dubbio ormai é che siano dotati di scarsa onestà intellettuale. Mentono sapendo di mentire.
    Non lo so se sono stata abbastanza chiara o se , invece, ti paio ancora mentalmente “ingabbiata”.
    Mi piacerebbe leggere un tuo commento.
    Io parlo da cittadina “informata sui fatti” , tu parli da tecnico. ma almeno é un confronto. Quello che abbiamo sempre chiesto e che non abbiamo, in tanti anni, mai ottenuto.
    Ciao
    Doriana

  8. diego scrive:
    Scritto il 30-1-2010 alle ore 14:44

    Se a livello locale e’ indubbio negarlo esiste una “percezione” che sembrerebbe giustificare la tesi “NIMBY”, questa secondo me e’ legata alla propria origine, al ricordo “storico” di come “era” questa terra e come negli anni passati e’ stata troppo spesso martoriata nell’indifferenza dei piu’.
    E’ semplicemente un grande amore per il territorio in cui hai radici profonde e temi per esso.
    La percezione del “bello” e’ certamente da relazionare all’ambiente in cui un essere umano vive, come ben sai la nostra specie e’ assai ben adattabile al contesto ambientale in cui per varie ragioni e’ inserita.
    Chi nasce e vive in ambienti degradati, siano essi ambientali, paesaggistici o anche di degrado morale e politico (ne abbiamo numerosi esempi anche in Italia..) finira’ per adattarsi in tale contesto, molto spesso ignaro delle possibilita’ di altri modelli di vita e di sviluppo.

  9. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 30-1-2010 alle ore 16:26

    Cara Doriana,
    quando l’opera TAV sarà conclusa, come abitanti del pianeta saremo giunti al minimo della disponibilità di conbustibili fossili: d’accordo con te quindi che la tratta TAV in Valsusa non servirà per darvi una boccata d’aria pura per allora….È una affermazione sciocca e chi l’ha fatta era a corto di idee.

    I cantieri dureranno 30 anni. In compenso resterà una infrastruttura di comunicazione sulla direttrice europea Est-Ovest per altri 200 anni (almeno). Ritengo che sia da chiedere perchè i cantieri dureranno così a lungo….

    Tutte le opere (piccole o grandi) hanno un impatto sulle matrici naturali: è “solo” questione di valutazione e gestione del rischio nelle fasi di costruzione e di comunicazione del rischio verso le popolazioni. Poi si ripristina, si mitiga…o si cambia idea.

    L’ambiente è il risulato dell’interazione continua tra noi e quello che ci circonda. Probabilmente è più esatto parlare di “conflitto” (vedi a questo proposito l’ottimo accenno a questo argomento del collega Falcone: http://eugeniofalcone.postilla.it/2009/07/06/ambiente/).

    Gestione dei residui di scavo con amianto e uranio: hai già anticipato sul mio pensiero da “tecnico”. Posso però aggiungere qualcosa da “tecnico ambientale”: il potenziale inquinamento da residui “naturali” non è un “punto debole” del progetto ma può diventare una “trappola”: un residuo che diventa (deve diventare, è stato fatto diventare) un “rifiuto pericoloso” è un problema ambientale e, all ostesso tempo, un buon affare….

    Tummel e sorgenti di acqua: ahi!! Argomento delicato molto. Non c’è spazio sufficiente in un singolo commento se con il rischio di renderlo banale.

    Capitolo “mafia” (mi piace scriverlo minuscolo perchè pare non sia ancora diventato un errore grammaticale ufficiale): l’aspetto esula dalla progettazione pura dell’opera; non si può fare opposizione a un progetto perchè poi arriva la mafia. Diverso è opporsi a un progetto perchè lo vuole la mafia: la TAV nella sua interezza a scala di Europa, della quale la tratta Lyon-Torino è un segmento, è voluta dalla mafia?

    I carotaggi: il tema più di attualità, perchè sono in corso e, a mio avviso, meno importante. Non sono invasivi e servono. A tutti: ai progettisti per verificare il tracciato, ai politici per imbastire i loro discorsi, ai media per giustificare la loro esistenza, agli oppositori del progetto per acquisire nuovi ed oggettivi elementi di valutazione. Lasciateli fare! È un’opportunità.

    (PS: ti confermo che un sondaggio a carotaggio continuo da 30 m può essere realizzato in un giorno, in condizioni di lavoro favorevoli….dipende da qual’è il programma di indagine).

    Gabbie mentali: il tuo commento, cara Doriana, non è da “ingabbiata”: concetti maturati, esposizione chiara, posizione ferma ma pacata, niente “grida”, nessun slogan….

    Parere di semplice “tecnico” neh!

    Andiamo avanti.

    Arveise!

  10. diego scrive:
    Scritto il 30-1-2010 alle ore 16:47

    Caro corrado….mi hai tirato per la giacca con il tuo post..ed ora ne subisci le conseguenze…

    Ho letto molte volte con molto piacere il tuo post del 30/12/2009 ed ora vorrei continuarlo,

    Vorrei che mi dicessero quali sarebbero le grandi opere “indispensabili” per lo sviluppo del nostro paese…(pare lo siano tutte…..)
    Vorrei che mi dicessero (senza bugie…) se ci sono i soldi necessari per completarle…
    Vorrei che mi spiegassero con parole semplici (e non con i tecnicismi abituali ) qual’e’ il sistema finanziario messo a punto e quello delle assegnazioni degli appalti…
    Vorrei sapere cosa succedera’ al bilancio dello Stato e come funziona il project financing. (sempre senza tecnicismi…) per attingere a finti investimenti privati (che non esistono..), i soldi li daranno le banche…ma con garanzia totale dello Stato…ma il capitale penso dovremo prima o poi renderlo alle banche …o no?
    Vorrei sapere perche’ l’Iter delle grandi opere debba avere una via privilegiata mediante la Legge Obiettivo…(nessun partito ne e’ contrario….…)
    Vorrei sapere il perche’ in tale legge, il General Contractor ( chi fara’ l’opera…) sara’ delegato dallo Stato alla progettazione dell’infrastruttura, agli appalti, alla direzione lavori, al collaudo..ma non alla gestione finale, affidata ( molte volte regalata..vedi autostrade…) ad altro soggetto, per cui chi costruisce non ha nessuna necessita’ di finire celermente i lavori, anzi…..
    Vorrei sapere perche’ hanno impedito per legge alle imprese non italiane di partecipare alle gare d’appalto delle grandi opere nazionali…sono Cosa nostra ? (interpretalo come vuoi…)
    Vorrei capire come mai il General Contractor potrà affidare i lavori a chi vorrà, anche a trattativa privata, e qualunque cosa faccia non sarà mai perseguibile per corruzione; essendo un soggetto privato, eventuali tangenti saranno classificate «provvigioni».
    Vorrei sapere il perche’ nel nostro paese i costi per le infrastrutture sono di quattro volte superiori rispetto ad opere paritarie della Francia, Spagna e Germania…(..questo temo di saperlo…)
    Vorrei sapere perche’ hanno tempi “biblici” di realizzazione..(..anche questo…lo so…)
    Vorrei leggere su qualche giornale un articolo che mi spiegasse che fine hanno fatte le mille inchieste parlamentari al riguardo….
    Come vedi sono tanti i “vorrei”…inseriti nella grande opera….ma..
    Vorrei che nella mia valle, una strada statale transnazionale come quella del “Moncenisio”, non debba aspettare anni per essere ripristinata al traffico veicolare dopo aver subito danni dall’ultima alluvione ..(la prossima sara’ la terza estate…)
    Vorrei che i treni che abitualmente i pendolari e gli studenti “usano” per recarsi a Torino ( 50 km..) non abbiano sistematici ritardi ..o che vengano spesso “ soppressi” per guasti al locomotore.
    Vorrei che le decine di capannoni che hanno devastato il fondo valle (.. a volte nell’indifferenza dei miei valligiani…) servissero almeno a creare lavoro, mentre piu’ delle volte sono contenitori vuoti.
    Vorrei non avessero mai fatto le Olimpiadi di Torino…in Valsusa…ancora una volta sfruttati, sedotti ed abbandonati..la pista da Bob (prossima a chiusura..), quella di Free style, quella di biathlon (di fatto mai usate oltre l’evento olimpico..) ..ma i politici avevano promesso ben altro..
    Giusto..i politici…Vorrei…ma non vado oltre.

  11. diego scrive:
    Scritto il 30-1-2010 alle ore 23:07

    Corrado..sono sempre io, oggi sul sito della provincia di Torino e’ stato inserito un pdf con le ipotesi del nuovo tracciato..scaricalo all’indirizzo:
    http://www.provincia.torino.it/speciali/2010/osservatorio_tav/dwd/indicazioni_osservatorio_29gen10.pdf
    l’ho letto velocemente..ma non mi ha tranquillizzato, anche se hanno scritto “Quello della Nuova Linea Torino-Lione è dunque il percorso elaborativo e approvativo più garantista che sia mai stato messo in atto per una grande infrastruttura in Italia.”..chissa’ le altre opere mi chiedo io..e poi ho letto “le Necessità di specifici approfondimenti” c’e’ poco da stare allegri temo…

  12. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 31-1-2010 alle ore 13:27

    @ Diego: grazie dell’informazione tempestiva. Già scaricato il documento. Dammi il tempo di esaminarlo e di replicare.

    Toglimi intanto una curiosità:

    “Vorresti”..o…”Vuoi”?

    e noi: “Dovremmo”..o…”dobbiamo”? Ma vogliamo? E se poi ci facciamo male?

  13. Doriana Tassotti scrive:
    Scritto il 31-1-2010 alle ore 14:02

    Brevissima precisazione ( per mancanza di tempo ) : i sondaggi servirebbero se fossero utili. Non sono utili ( e costano 6 milioni di euro- un insulto a tutti quei settori a cui vengono sistematicamente tagliati i fondi ) perché già esistono le trivellazioni fatte al momento di realizzare l’autostrada ( negli anni ’90 )e, quindi, tutto é già conosciuto circa la natura del suolo e la collocazione delle sorgenti.

  14. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 31-1-2010 alle ore 15:15

    @ Doriana: ti richiamo al tema del post: lo scopo è capire se No TAV, alla data odierna, è inquadrabile come NIMBY o meno. È fondamentale per poter ampliare poi la discussione agli aspetti tecnici, se così sarà desiderato. Aspetti fondamentali, certo, che potranno, ovviamente, essere sviscerati in prossimi interventi mirati.

    Ciò detto, accenniamo pure ancora ai sondaggi e così ti rispondo:
    “Accetteresti che ti sia diagnosticato il tuo stato di salute su analisi fatte 20 anni fa con scopi diversi dall’attuale esame?”

    Aggiungi questo:

    Prenderesti per “buoni” sondaggi eseguiti negli anni di massimo sviluppo del sistema delle tangenti?

    Sai che, dopo Chiesa, il secondo inquisito di “mani pulite” fu il progettista maximo delle autostrade di allora?

    Sai che, a quei tempi, era diffusa la fotocopiatura delle stratigrafie di sondaggio (l’impresa ne faceva uno, il progettista ne fotocopiava -e fatturava- dieci)?

    6 milioni di euro sono tanti quando devi spenderli e possono essere pochi per valutare i rischi. Dipende. La soluzione sta nelle pieghe dei capitolati d’appalto.

    Comprendo invece benissimo (da “tecnico” ed ex “politico”) che, come No TAV, lasciare fare i sondaggi sarà interpretato come “resa” della protesta o anche come “consenso”. Ciò è duro da mandare giù, ma…perchè no? Non sempre nel piatto ci sono tutti gli ingredienti che ci piacciono. Anche se tutti poi sono necessari e utili.

    Invece di presidiare i luoghi dei sondaggi per impedire l’ingresso alle squadre di indagine, perchè non li “circondate” e “comunicate” con gli addetti durante i lavori sul posto: “osservare un carotaggio è meglio che pensarlo!”

    Nei cantieri che dirigo questo “ingrediente” non manca mai, nei limiti della sicurezza e della correttezza.

    È un suggerimento troppo ingenuo?

  15. diego scrive:
    Scritto il 31-1-2010 alle ore 20:51

    @ corrado…..VOGLIO, DOBBIAMO, se ci si fa male pazienza ci sono i dottori….. o guarisci o muori….ma io sono di natura ottimista……mi sentirei di correre il rischio

  16. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 31-1-2010 alle ore 21:46

    @ Diego: allora corriamolo..questo rischio. Ho il benestare anche del collettivo degli angeli custodi preposti alla mia sicurezza.

    Incominciamo con il tirare le somme: No TAV: NIMBY o No NIMBY? Stante alla definizione consolidata del termine.

    Confido pure nell’intervento di qualcuno dei miei numerosissimi colleghi avvocati….

  17. Redazione scrive:
    Scritto il 1-2-2010 alle ore 12:14

    Riceviamo da Diego Corti il materiale su “NIMBY” pubblicato al seguente link:

    http://postilla.it/materiali/nimby.pps

  18. Rossano scrive:
    Scritto il 2-2-2010 alle ore 16:14

    io non penso di essere favorevole ad una impresa di questo tipo senza l’assenzo delle popolazioni valligiane che debbono subire l’opera. I carotaggi comunque, anche se costosi sono necessari perchè deve essere verificata e dimostata la conformazione dei terreni e dei giacimenti amiantiferi ed uraniferi sul quale andrebbe ad essere costruita questa tratta. Deve deve essere dimostrato quanto fino ad oggi è stato asserito.
    Il discorso che qualcuno ha fatto “ricchissimo piatto per ogni genere di Mafia” questo è un altro tema sul quale deve essere posta molta attenzione: andiamo ad analizzare i costi delle linee TAV al costo per chilometro costruite nei paesi intorno al nostro ed andiamo a verificare quanto siano costate analoghe tratte (come conformazione di tratta) in Italia. Per esempio la tratta Milano-Torino è costata una dozzina di vo,te di più di una analoga tratta francese e per di più … con degli impianti di sicurezza da … terzo mondo. Questi sprechi=mazzette=mafia andrebbero tra appaltatori, subappaltatori, sus-sub-sub appaltatori … producono costi non tracciabili e che portano la paurosa lievitazione verso l’alto dei valori

  19. paolo stern scrive:
    Scritto il 8-2-2010 alle ore 23:17

    argomento interessante come interessanti sono stati gli interventi che mi hanno preceduto.
    Mettiamoci d’accordo, cosa intendiamo per protezione dell’ambiente? fino a che punto il mantenimento dello status quo può frenare quella cosa chiamata “sviluppo”? si lo so sono interrogativi che richiederebbero enciclopediche risposte, ma io azzardo una mia sintesi (che in quanto tale può essere limitativa e banalizzante):
    1) l’ambiente non è una una teca con la cristalleria buona intoccabile da guardare da lontano, non è una Pandora da tenere lontana dalle grinfie dei soliti sfruttatori affamati di dollari. è un luogo di interazione, in cui l’uomo, indiscusso e soggiogante dominatore, è chiamato ad un utilizzo rispettoso. un luogo non da venerare ma da utilizzare, certo con rispetto e cautela, ma da utilizzare, ricordandoci di chi verrà dopo di noi, ma da utilizzare!
    2)sviluppo (ma perchè me le cerco da solo le rogne!!!) tema enorme. un concetto da riscrivere, anche alla luce della grande crisi del 2009, ma non da abbandonare. in questo paese ogni opera che richieda l’abbattimento di più di 2 alberi si blocca per anni, anche se la superficie boschiva aumenta inesorabilmente. non vorrei passare per un cementificatore (vi assicuro se potessi chiederi asilo politico agli amici delle terre alpine per fuggire dalla città) ma non ce la faccio proprio più con il buonismo verde e salottiero. raccontiamolo agli operai che perderanno il lavoro per la mancanza di infrastrutture e dovranno magari emigrare in qualche bella, fumosa ed inquinata città lontana … con buona pace del rispetto del territorio.
    sorry mi sono dilingato …

  20. Francesca Refaldi scrive:
    Scritto il 9-2-2010 alle ore 19:43

    Parlare di “buonismo verde e salottiero” è ormai obsoleto quanto parlare di PIL, o di “sviluppo sostenibile” …
    Perché non ci soffermiamo sul concetto di “sostenibilità” ?
    Quali sono le grandi opere di “interesse nazionale” che sono in grado di giustificare la loro realizzazione e sostenerne i costi (anche ambientali), ora, all’inizio del Terzo Millennio?

    Abbiamo analizzato, separato, sezionato, … rinchiudendo in miliardi di cassettini tutti i frammenti del sapere umano sulla conoscenza del mondo. In questo modo, non ci ricordiamo più dove sono finite le “chiavi” dell’esistenza …

    Occorre uscire da opinioni precotte e occorre pensare e agire nel rispetto del mondo in tutti i suoi aspetti, in senso globale.

    Credo che il concetto di “my back yard” vada allargato anche fisicamente, nel senso più concreto del termine.

  21. diego scrive:
    Scritto il 9-2-2010 alle ore 20:41

    Grande !! Francesca hai aspettato il 20° commento per piazzare il tuo affondo finale…come solo le donne sanno fare..condivido

  22. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 14-2-2010 alle ore 12:35

    @ al collega Paolo Stern (che ha mantenuto la promessa di fare incursione nel mio blog) e a tutti i visitatori del post, segnalo questo articolo:
    http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001553.html.

  23. Marco Zanette scrive:
    Scritto il 19-2-2010 alle ore 13:06

    Mmm…personalmente (e lo vedo in molti) a me sembra che sulla TAV (e su molte altre opere pubbliche) la sindrome più diffusa sia quella NIMG (Not With My Government!)…ovvero, il crollo della credibilità di chi governa (ormai trasversale ed indipendente) provoca una sfiducia preventiva proprio negli atti di governo in sè, che al di là della ordinaria amministrazione dovrebbero consentire di immaginare e costruire il futuro di questo paese.
    Se non mi fido di chi governa, non crederò alla bontà di nessuno dei suoi atti, soprattutto di quelli più importanti e costosi. Perchè dietro vedrò inevitabilmente (e non sempre a torto) l’ombra della corruzione, delle mafie.
    E se l’atto verrà imposto, la mia sfiducia in chi governa si rafforzerà, in un circolo vizioso che non si riesce a spezzare.
    Io continuo a sostenere di non essere in grado, da singolo cittadino, di valutare l’intera complessità di un’opera come la TAV e formarmi un’opinione accettabilmente informata. Non riesco ad avere una visione sufficientemente ampia per capire se questa cosa è un immenso spreco di soldi o un’opera che tra vent’anni avrà un senso. Non ne ho gli strumenti, nonostante l’impegno, e più leggo più mi rendo conto di non riuscire ad afferrare i bandoli della matassa.
    Ecco, paradossalmente la più urgente delle opere pubbliche, oggi, è la ricostruzione del rapporto di FIDUCIA tra governati e governanti: io sospenderei tutte le altre opere per gli anni necessari a completare questa (anche perchè comunque, in assenza di questa, il paese E’ fermo o va avanti per contrapposizioni violente: sulla politica energetica e sulla scelta nucleare è facile prevedere che si verificherà una situazione simile a quella della TAV).

  24. Marco Zanette scrive:
    Scritto il 19-2-2010 alle ore 15:07

    Errata corrige:ovviamente l’acronimo giusto della nuova sindrome è NWMG:-)

  25. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 21-2-2010 alle ore 16:13

    Riassunto:

    NIMBY: Not In My Back Yard

    NAIMBY: Not All In My Back Yard

    NWMG: Not With My Government

    NWTMG: Not With This My Government

    NWmP: Not With mafia, Please

    WN: Why Not? (ma questo è già stato usato altrove….)

    NYNN: Not Yet, Not Now

    Politically correct: “…Non potendo entrare nel merito dell’articolata questione
    Tav in questa sede, non posso che confermarle che le ragioni dei contrari
    all’opera non possono certo essere esaurite da un semplice acronimo. Il suo
    blog ne è la prova…” (da un commento ricevuto extra blog

  26. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 21-2-2010 alle ore 16:57

    Pochi giorni fa, in una della mie rare incursioni nella zona urban, ero in metrò a Milano; due viaggiatori (razza bianca, maschi, adulti, occupati) commentavano su TAV e, soprattutto, su No TAV (probabilmente i media ne hanno riparlato di recente).

    Non ho potuto fare a meno di ascoltare, non fosse altro perchè, captando “TAV” tra lo stridio del freno e l’accelerata, ho accostato l’orecchio….
    E ho avuto la conferma di quanto sospettavo: se è vero che può essere riduttivo chiudere tutto in un acronimo la ragioni della adesione o del rifiuto quando si tratta di un progetto complesso, è altrettanto vero che esiste sempre, e sempre di più, una netta cesura di posizione tra chi “vive” il progetto e chi “se lo sente raccontare”. Ciò indipendentemente dalla sensibilità, intelligenza, preparazione individuali.

    Così è per la TAV in Valle Susa: chi si aspettava (o temeva di dover gestire) la discesa gutturale, dalle foreste occidentali fino sul blog, di uomini e donne vestiti di pelli, pitturati violenti e armati di bastoni penso sia rimasto deluso. Eppure è così che son odecritti. E invece… Questi l’argomento lo conoscono bene come conoscono la loro valle e i mille particolari del loro territorio. Hanno studiato. E amano, amano la loro terra…..Anacronistico? Antimoderno?
    E noi?
    Noi……e dagli con le frasi fatte, con l’ha detto la TV (e “l’ho “visto” in TV), il progresso che non si può fermare (difformità di macchina? Dimenticato il freno? Forse anche il dispositivo di allarme), i soliti particolarismi individuali (i “loro”, non quelli degli “altri”), la velocità, la globalizzazione e la concorrenza tra le aree, il mercato, il “ci perdiamo anche questi contributi, così li prendono gli altri”, l’Europaaaa….Noi cosa amiamo? Veramente, intendo.

    Ci sono episodi locali che diventano simboli di un’intera epoca, soprattutto della fine o dell’inizio di un’epoca, di una civiltà, di una organizzazione politica ed amministrativa.

    Pensiamoci.

  27. Doriana Tassotti scrive:
    Scritto il 21-2-2010 alle ore 23:27

    Bé, Corrado, vedo che cominci a comprendere il problema. Noi non siamo valligiani trogloditi che si esprimono attraverso suoni gutturali. Siamo gente che , spesso con fatica ma anche con molta pazienza e determinazione , ha letto , si é informata, ha discusso. E ha tratto le sue conclusioni. Certo i media , coalizzati ( perché da costoro pagati ) con i poteri forti danno di noi un’immagine barbara.Lo stesso signor Virano, dilettandosi di recente a disegnare un gustosissimo fumetto, ci ha dipinti come ottusi cinghiali. Lui, l’uomo del dialogo….
    La gente della Val di Susa, come credo di aver già detto, é un esempio per tutto il Paese. Un Paese che é prono, anestetizzato , qualunquista. Ed é una gran bella spina nel fianco per qualsiasi Governo. Non ci sono Governi amici. Non possono essere amici Governi gelatinosi formati da gente che non mira certo al bene della popolazione ma al proprio interesse personale ( che sia forse Sindrome NIMBY ? ). Lo dimostrano le ultime ( questa volta durissime e quasi mortali ) manganellate.Eppure, come dici tu, avevamo provato a circondare e a dialogare con gli addetti ai lavori….
    Non ci resta dunque che il Presidio permanente e la resistenza continua, perché il dialogo rimarrà un miraggio. Del resto il Signor Virano, che tanto doveva dialogare con le popolazioni ,ha dichiarato che si andrà avanti con la forza.
    Avanti, quindi , AMMAZZATECI TUTTI.

  28. Paolo Stern scrive:
    Scritto il 19-3-2010 alle ore 20:58

    scusa corrado “irrompo” ancora nel tuo blog.
    leggo i commenti che si susseguono con vero interesse. ma spesso mi sembra di vivere in un’altra dimensione, in un altro mondo.
    non ho mai pensato che la dimensione locale debba essere frustrata da quella nazionale o peggio globale … però non ritengo possibile nemmeno il contrario. ci sono interessi che trascendono le particolarità, una comunità locale ha i suoi diritti (sacrosanti) ma anche le altre milioni di persone che vivono in questo paese avranno qualche voce in capitolo … o no?
    personalmente non ho alcun elemento per giudicare tecnicamente il progetto TAV in val di susa però i discorsi che sento sono identici a mille altre situazioni. No a prescindere. dagli inceneritori alle centrali nucleari, dai campi rom ai “passanti di valico”, tutto è bello e giusto se si fa a casa degli altri. se si avvicina a casa mia è una specie di tsunami!
    non credo che le cose funzionino proprio così. vorrei essere smentito, vorrei capire che in val di susa la storia è diversa, che qui non è come le altre volte … ad oggi però sento sempre gli stessi argomenti … sembra sentir cantare qualcuno vechi canzoni ed anche un po’ stonate.

    ps
    con il treno roma – milano ci metto poco più di 3 ore. fantastico! mi evito auto e aereo, risparmio tempo, energia, inquinamento, non rischio la vita sull’A1 … sarà ma la trovo cosa buona e giusta!

  29. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 21-3-2010 alle ore 19:44

    Caro Paolo, gli obiettivi che mi sono prefissato con la pubblicazione di questo post sono tre:
    1)portare l’argomento “TAV segmento Lion-Torino” su un blog di professionisti,
    2) arrivare a comprendere (io per primo) se “tecnicamente” questo progetto ha valenza o meno,
    3)verificare se la resistenza “locale”, sommariamente definita “NO TAV”, è un’altra (l’ennesima) manifestazione di protesta a un nuovo progetto di infrastruttura.

    Fino a questo momento, i commenti e, in particolare, i contributi “tecnici” sono arrivati unicamente dalla parte NO TAV (poche decine di migliaia di persone), mentre non arriva nulla dalla parte a favore (che pure è anche organizzata nel SI TAV) e dai milioni di altre persone che, secondo il tuo commento, beneficerebbero di quest’opera.

    Qui, da “tecnico”, colgo già una contradizone: parrebbe che alla stragrande maggioranza degli Italiani, della TAV in Val di Susa non importi niente.

    Disinteresse per la gestione delle cose pubbliche? Oppure la quasi totalità della popolazione non transita tra Torino e Lion?

    Questo per riportare sul ….binario giusto la discussione.

    Però, preso atto che implicitamente chiedi una replica, eccola:

    La tua opinione è superficiale perchè affermi che stai “sentendo discorsi simili ad altre mille situazioni (di NIMBY). No a prescindere”. Perchè scrivi “…di vecchie canzoni, stonate…”

    Al blog sono arrivati soprattutto contributi tecnici, segnalazioni di documenti ufficiali, documentazione fotografica.

    Ho lasciato volutamente stemperare con il silenzio le animosità di alcuni commenti.

    Posso accettare da parte di un collega blogger il commento “polemico”, a patto che però sia ben strutturato.

    Abbandoniamo le frasi fatte (e strafritte) e proviamo a fare fatica e, ricercando, trovare qualcosa di nuovo (e qualcosa di dimenticato) da comunicare, sennò ci rituffiamo in quella merda di rancore e di impotenza che sta sommergendo l’Occidente a velocità, pare, ben maggiore all’innalzamento dei mari per effetto del surriscaldamento.

    Corriamo meno. Soffermiamoci a vedere.

  30. Paolo Stern scrive:
    Scritto il 22-3-2010 alle ore 21:06

    corrado non mi fraitendere. il mio commento non era assolutamente polemico, era solo una presa d’atto. è vero, da ottimo moderatore, hai stemperato toni accesi non alimentando le tifoseria (tipo commenti 20 e 21). il mio commento voleva solo essere elemento di riflessione in più. il mio riferimento non era verso opinioni espresse esclusivamente in questo blog ma in generale sull’argomento (è forse la tua risposta che fa trasparire un moto – un tantinino altezzoso – di polemica!).
    dici che non sono espresse opinioni “si tav”? è vero … forse il taglio e la frequentazione del blog richiamano solo una parte delle opinioni … bho? la tua conclusione però è un po’ affrettata. ora postilla è un piccolo “think tank” interessante … ma non esageriamo quanto a possibilità di trarne orientamenti su quel che pensano in merito milioni di persone!!!
    personalmente ho espresso la mia assoluta incapacità di fornire valutazioni tecniche sull’argomento (… ignoranza? certo … superficialità? forse no!) quello che mi sono limitato a rilevare è l’ottica, pur comprensibile, del ” non nel mio giardino” (nimby appunto!) che mi sembra proprio connotare tutta la vicenda.
    tutto qui. voi siete tecnici e potete valutare. io sono utente dei servizi di trasporto e mi auguro sinceramente che possano migliorare (cavolo, evitare che la gente si sfracelli sull’autostrada avrà un senso?) ma sono anche un cittadino di questo Paese (è l’unica maiuscola del mio commento)che vorrebbe riuscire a fare sulle grandi opere ragionamenti seri, approcci concreti. vedo invece un certo furore ideologico alimentato, tra l’altro, da interessi politici e localismi vari, che rendono ciò molto difficile. ma non ricordate le polemiche sui rifiuti napoletani? quante dotte valutazioni sul devastante impatto ambientale degli inceneritori … ecco perchè mi sono permesso di parlare di “vecchie canzoni un po’ stonate”.
    con “virtuale” amicizia.
    paolo

  31. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 23-3-2010 alle ore 16:55

    Caro Poalo, proviamo allora a tentare un “ragionamento” sul segmento Lion-Torino della TAV (attenzione alla prima trappola! ragioniamo su “quel segmento”) partendo da una base semplificata di analisi che permetta a “noi” tecnici e a “voi” utenti/spettatori di individuare un terreno comune.

    Per esempio, ragioniamo per categorie, proviamo a incasellare questa opera pubblica secondo schemi semplici (arriveremo poi, forse, a riprendere l’argomento NIMBY).

    Le grandi opere pubbliche potremmo distinguerle in:
    1) opere di effettiva utilità pubblica
    2) e, come contrario, opere inutili

    o (più “raffinato”:

    1) opere di pubblica utilità e convalidate dall’analisi costi/benefici,
    2) opere che seppure assimilabili a interventi di pubblica utilità non sono convalidate dall’analisi costi/benefici.

    Per le opere delle categorie tipo 1) terminato il processo di valutazione, non si devono frapporre ostacoli alla loro realizzazione (compresi le ricadute negative a scala locale)e devono essere realizzate in tempicongruenti con i tempi di utilizzo, generalmente celeri. Il problema costi non si dovrebbe porre, perchè l’opera è già dichiarata sostenibile. Si tratta “solo” di reperire i fondi….ma anche questi dovrebbero essere già individuati se operiamo in un’ottica di buona amministrazione.

    Le opere di tipo 2)le dividerei in alcune sottocategorie (sulla base dei casi storici):

    2a) opere inutili ma di elevata valenza simbolica a testimonianza, per esempio, dell’alto livello di progresso, civiltà, potenza raggiunti da quella società che le commissiona;

    2b) opere inutili ma di forte segnale politico, comprese le opere propagandistiche;

    3c) le opere inutili fine a se stesse, ovvero con l’obiettivo di garantire il mantenimento di un sistema di connivenza pubblico-privato, dove le spese sono pubbliche e il vantaggio è privato. Per privato (lo specifico) intendo dalla grande impresa di costruzioni e servizi alla cellula elementare della società (l’individuo, ognuno di noi.

    OK! ripartiamo da qui: se il segmento TAV Lion-Torino (quel segmento!) è di tipo 1), mi spiace per i NO TAV ma di lì si passa e a rimarginare le cicatrici nel tessuto ambientale e sociale saranno “solo” da attuare le doverose opere di ripristino, di mitigazione e di compensazione. E la protesta NO TAV è NIMBY che (attenzione!) non per forza di cose è “cosa negativa”.

    Ma se “quel segmento” è di tipo 2), cosa facciamo?

    Per esempio: le regole di mercato, il “mercato regolatore”, al quale spesso tu Paolo trai ispirazione per le tue riflessioni, come si interfacciano con un’opera che potrebbe risultare “solo” estremamente onerosa ma sterile in quanto a sviluppo e produzione di ricchezza “condivisa”?

  32. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 23-3-2010 alle ore 17:14

    Ah!Paolo: il commento n.20 lo trovo bellisimo.

    Comprendo e condivido quindi l’entusiasmo di Diego (commento 21).

    Non comprendo perchè è “tifoseria”??

    Caso mai, ho lasciato “stemperare” l’emotività che aveva preso Doriana, giustificata dalla cronaca dei giorni in cui è stata scritta.

  33. Paolo Stern scrive:
    Scritto il 23-3-2010 alle ore 19:02

    hai posto il problema nel modo giusto e condivido pienamente la tua linea. utile / inutile. ove l’utilità però sia diretta o indiretta (sai bene che la leva delle opere pubbliche è spesso stimolo e traino in momenti di stagnazione economica ed è valido sostituto a forme di sussidi o sostegni al reddito inutili e mortificanti). mi fermo qui. il punto di caduta è sufficiente. se è roba utile si deve fare sia nel mio che nel tuo giardino!
    grazie dell’ospitalità … e mi scuso se la mia raffinata galanteria (tipo pachiderma in un negozio di murano) abbia potuto infastidire … ma ragazzi così è la vita!

  34. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 24-3-2010 alle ore 16:47

    Caro Paolo,
    ho appena letto l’ultimo post del collega Mauro Beghin (http://maurobeghin.postilla.it/2010/03/22/postilla-post-e-diritto-tributario-%E2%80%9Cbonsai%E2%80%9D/), che segnalo a tutti i visitatori: c’è molto di più di un semplice “contenuto” che si può trovare in un post, c’è una fiammella di coscienza. È un capolavoro!

    Buona parte di questa mia replica al tuo commento è già scritta magistralmente lì.

    Per quanto attiene l’aspetto “tecnico” della replica, eccolo di seguito.

    Non sono d’accordo sulla tua distinzione tra utilità “diretta” e “indiretta”: una cosa o è utile o non lo è. Si può argomentare sul fattore tempo: adesso non è utile (ancora) ma fra trent’anni sì.

    Questo però richiede, semplicemente:
    1)lungimiranza o preveggenza nei decision-makers;
    2)fiducia degli utenti nei decision makers.

    Quindi se un’opera è “utile” (= sostenibile nell’analisi costi/benefici) si finanzia, se non lo è, si destinano i finanziamenti su altre opere realmente “utili” anche per aiutare a superare stagnazioni economiche: cambiando l’ordine dei fattori, il risultato cambia.

    (un esempio recentissimo di ciò potrebbe essere la “svolta” negli States in materia di assistenza sanitaria: andiamo oltre l’aspetto “umanitario”…)

    Ma ritorniamo in Valle Susa. Presa anche da un punto di vista “non tecnico”, non riesco (non voglio, non posso, non ce la faccio) a pensare che la realizzazione di questo segmento di ferrovia ha valenza di “utilità indiretta” perchè aiuterebbe a superare una “stagnazione economica”: di quest’opera si parla da alcuni anni e, se dovesse avere compimento, stando alle previsioni, sarà completata tra 25-30 anni.

    Sono di temperamento collerico ed entusiasta di carattere, ho un sopportazione del dolore superiore alla media, …. ma non ce la faccio a prefigurarmi altri trent’anni di “questa” stagnazione economica.

    Proprio non ce la faccio!

  35. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 24-3-2010 alle ore 16:51

    @ Paolo: nessun problema per la vetreria. Questo mio è un blog politicamente scorretto.

    Sei entrato in negozio…ma non sei ancora arrivato al banco. Aspetta di conoscere i commessi!

    Con affetto,

    Corrado

  36. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 21-4-2010 alle ore 09:30

    Mi è stato segnalato il servizio televisivo trasmesso dalla rete La7 la scorsa settimana, scaricabile con:

    http://www.la7.tv/richplayer/?assetid=50176113

    Ne consiglio la visione, per chi non lo avesse già fatto o vuole riesaminarlo senza l’interruzioen della pubblicità.

    Mi ha favorevolmente “colpito” il taglio non così “televisivo” come prevederebbe l’impostazione consolidata e “globale” del mezzo di distrazione di massa.

    Ho un montaggio fruibile, malgrado l’inusitata lunghezza del servizio e l’esposizione chiara ed equilibrata dei molteplici aspetti del problema TAV…ovvero TAC.

    Le informazioni riportate introducono alla questione di fondo: perchè si “deve” costruire il Corridoio 5?

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