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Il Blog di Corrado Tumaini

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Postilla » Ambiente » Il Blog di Corrado Tumaini » Normativa ambientale » L’Idea ingessata

17 luglio 2009

L’Idea ingessata

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In campo ambientale e sanitario, nell’ultimo decennio, si è assistito a una sempre più diffusa e radicata adozione di limiti di sicurezza sempre più stretti e di margini di cautela sempre più alti.

A un primo esame, ciò può indubbiamente apparire come l’opzione più “ragionevole” e quindi più “attraente” per il soggetto delegato alle scelte.

Tuttavia, non si può prescindere dal considerare attentamente tutti gli aspetti del problema, ovvero, da una parte l’effettiva entità del beneficio ambientale ( e/o sanitario conseguito) e dall’altra le possibili conseguenze negative dei provvedimenti presi.

Il rischio reale è che lo spazio al dubbio lasciato dalla scienza sia colmato da affermazioni arbitrarie (e da leggi “distratte” che ne sanciscono l’applicazione), in contrasto con l’analisi critica della totalità delle acquisizioni scientifiche.

La divulgazione parziale dei risultati scientifici, che di volta in volta “tornano comodi”, consente la razionalizzazione di interessi di parte, in contrasto con gli interessi della collettività:  il passo da affermazione arbitraria a (finta) certezza è breve.

Gli esempi sono innumerevoli e quotidianamente sottoposti all’attenzione dell’”opinione pubblica”: dalle cause ed effetti del surriscaldamento globale alla manipolazione genetica (OGM), dall’elettrosmog alle cause della diffusione di malattie infettive e della patologie di origine cancerogena e mutagena sino all’alternarsi di allarmi in merito a supposte nocività di uno o dell’altro alimento (lo zucchero, il sale, il latte, il vino, la carne, etc. etc) o dei farmaci tradizionali e di quelli alternativi), tutti comunque legati a precise dinamiche di mercato e consumo.

C’è soluzione?

Il “collega blogger” Falcone propone una visione del’”ambiente” come “prodotto di conflitto” (http://eugeniofalcone.postilla.it/2009/07/06/ambiente/#more-34): è un’alternativa suggestiva al concetto più usuale.

Se così fosse allora c’è speranza. Tutti i conflitti posso essere ricomposti.

Purchè non si sia già oltrepassata la soglia della “innominabile offesa” a  principi o valori dei quali, nel frattempo, si è persa la memoria…

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Letture: 8506 | Commenti: 13 |
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13 Commenti a “L’Idea ingessata”

  1. mauro scrive:
    Scritto il 17-7-2009 alle ore 15:48

    TRIBUTI ED AMBIENTE
    Potrebbe essere il titolo di una rivista oppure di un nuovo blog.
    Stavo riflettendo sul problema ambientale stimoltato dalla notizia economica della ripresa della Cina e mi permetto, quindi, di postare qualche cosa anche su questa sezione del Blog dedicata all’ambiente, convinto anche dell’utilità di un approccio multidisciplinare ai problemi che oggi si pongono all’umanità. Negli ultimi anni si parla di tributi ambientali. La loro funzione non è di procurare un’entrata
    all’erario ma di dissuadere o compensare i danni derivanti da attività inquinanti. Hanno una chiara funzione extrafiscale ma per poter essere
    qualificati come tributi dovrebbero averne, almeno in nuce, le caratteristiche: dazioni collegate ad un oggetto economico rappresentante la capacità economica del soggetto passivo. Tale
    costruzione, però regge, a ben vedere, ed è giustificata solo per la dazione propriamente fisacale/erariale. Se la funzione è diversa
    allora essi diventano tributi di scopo oppure sanzioni o dazioni ad altro titolo. Nel contesto attuale globalizzato dove nessun stato può
    risolvere le cose da sè, nei prossimi anni tali dazioni assumeranno sempre maggiore importanza. E per essere efficaci dovranno avere una
    regia supernazionale (UE, ONU, G20, ecc. ecc.) con un qualche tipo di giuridicizzazione. Occorreranno quindi strutture giurisdizionali sovrananzionali. Ma anche la giurisdizione del giudice tributario intenro si allargherà: partendo dal tributo che, via via, si modifica,
    trasformandosi in qualche cosa d’altro, sia per i fini che per la sua struttura. Io vederei un’evoluzione giurisdizionale, in prospettiva,
    più in questo senso che non attrarre alla competenza delle commissioni tributarie materie ad esse estranee, quali i contributi previdenziali/ assistenziali come si sta incominciando a discutere, invece, sulla sezione fiscale di postilla.

  2. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 19-7-2009 alle ore 10:21

    Tributi & Ambiente (o: Ambiente & Tributi):è una associazione ardita: Proposta accolta!
    Lo spazio sul mio blog è a disposizione e sollecito i colleghi blogger delle due Aree per aprire una linea di discussione, come già iniziato con le aree Impresa e Sicurezza, per le verifiche multidisciplinari su altri argomenti comuni.
    Per una visione completa, il tema andrebbe sviluppato anche con le altre Aree: Impresa Diritto e Sicurezza, perchè, è apodittico,le disposizioni tributarie incentivanti/deterrenti in campo “ambientale” coinvolgono anche questi settori, più uno che, per la struttura di Postilla non ha una “sua” pagina ma che in realtà permea attraverso tutta la Comunity: “cultura” (su questo ho già da tempo un’ipotesi di tributo…)

  3. Blog wki - ultimi post | studioFonzar's Blog scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 09:19

    […] http://corradotumaini.postilla.it/2009/07/17/lidea-ingessata/ […]

  4. mauro scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 10:46

    Ambiente & Tributi è sicuramente il titolo migliore in quanto mette bene in evidenza ciò che deve stare al primo posto

  5. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 11:34

    @ “Mauro”: in attesa delle reazioni delle altre Aree Postilla, ritengo che tu abbia già qualche idea in proposito, per cui rilancio: Ambiente & Tributi non è un argomento che si possa esaurire a colpi di commenti. Serve più respiro. Ti offro lo spazio per mettere dei post a tua firma su questo mio blog.

  6. mauro scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 16:10

    beh…non posso che ringraziarti per questa “cambiale in bianco”, sperando di poter contribuire, nel mio piccolo, ad un tema così importante

  7. Eugenio Falcone scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 17:58

    Cari Corrado e Mauro.

    pur non essendo un tributarista (lungi da me), accetto ben volentieri l’invito a … dire qualcosa da giurista …sul tema “tributi e ambiente”.

    A proposito di queste forme di imposizione (ed anch’io non sono sicuro che esse siano qualificabili come tributi in senso proprio) finalizzate a dissuadere o compensare i danni derivanti da attività inquinanti: mi ricordano un pò “la frusta ” agitata in aria “per bellezza” del cavallo del sig. Hannon nelle “Ceneri di Angela” di Frank McCourt … [purtroppo scomparso oggi, leggo dai giornali] “perché con quel cavallo non serve mai… è bravo non c’è mai bisogno di tirarlo”.

    Ossia, queste forme di imposizione hanno un valore innanzitutto simbolico ma anche dissuasivo nella misura in cui si rendesse necessario agitarla(la frusta dell’imposizione) traducendo in “costi” l’insensibilità di certi “cavalli” al tema ambientale.

    Sulla necessità di una regia supernazionale… leggo su un libro di qualche anno fa: “A Carl Schmitt si deve la profetica denuncia dell’interventismo ilimitato e globale che giudica e discrimina ogni altro Stato; a lui ancora la terribile previsione che gli Stati possano mutarsi in semplici filiali nazionali di un unico “signore del mondo”. Il punto è che mentre gli antichi nòmoi si ritirano a protezione delle differenze terrestri e la tecnica genera la sconfinatezza telematica, gli Stati hanno l’unica strada degli accordi (…) Questa forma costruita di accordi fra Stati può solo sfidare l’economia planetaria sul fraterno terreno dell’artificialità e così sottrarla al dominio dell’unico signore. Non c’è mai un vuoto di diritto. Il problema riguarda soltanto gli Stati capaci di porlo ed imporlo”.

    Di chi è la frase? Di Lucas in “Guerre Stellari”?

    No di Natalino Irti in un suo saggio “scritto nel 2006, cioè prima che diventasse in parte obsoleto.

  8. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 18:36

    Grazie Eugenio per aver accetto l’invito da “non tributarista”; il tuo commento è stato ricercato proprio per aggiungere nuove forme alla discussione, partendo proprio dal diritto ambientale e dalla conferma o meno se i tributi ambientali sono effettivamente …tributi. A breve interverrò anch’io sull’argomento.
    Per il momento mi limito a evidenziare come il post che, pare, tratti di tutt’altro abbia indotto a posare un commento “tributarista”.
    Sarà forse perchè quel collegamento delle tre tags CONFLITTO – CONSUMO – MERCATO realmente possa indurre a parlare di “ambiente” in termini più coscienti?

  9. Eugenio Falcone scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 19:00

    Mi convince molto che i temi sottostanti i tre tags conflitto – consumo – mercato possano suggerire una certa lente di lettura del tema ambiente.

    Se poi al posto di conflitto avessi inserito: “dominio dell’unico signore”; al posto di consumo: “fraterno terreno dell’artificialità”; ed al posto di mercato: “economia planetaria”…

  10. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 20-7-2009 alle ore 19:24

    Attento Eugenio!
    Qualcuno sull’Area attigua ha già richiamato a riportare i piedi su Gaia (…per Terra, volevo dire.

  11. mauro scrive:
    Scritto il 21-7-2009 alle ore 17:27

    Ho sempre pensato che il tributo debba essere collegato alla spesa pubblica. E’ una constatazione ovvia. Da un punto di vista strettamente giuridico, però, in Italia, soprattutto, questa idea non ha cittadinanza, per consolidata tradizione storica, dottrinale e giurisprudenziale. Il tributo, per sua definizione è acausale: senza causa. Per cui la sua dazione ha solo la finalità di procurare un’enrata all’Erario. Come verrà poi speso è altro discorso: riguarderà il campo delle scelte politiche, dell’efficenza della spesa pubblica, ecc. Il rapporto giuridico tributario Stato – Contribuente attiene solamente alla corretta determinazione della capacità contributiva di quest’ultimo, al corretto accertamento ed ala corretta riscossione. Quest’impostazione è ineccepibile e difficilmente attaccabile, giuridicamente. Anche se insodisfacente, almeno per me. Proprio mosso da questo stato di disagio ed osservando l’art. 53 della nostra Costituzione, ove si afferma che “tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva”, leggendo, quindi, proprio nel citato articolo della nostra carta fondamentale il nesso tributo -spesa, ho cominciato a guardarmi intorno, all’estero, per esempio in Spagna, ove ho trovato, con mia soddisfazione, normato costituzionalmente, addirittura, il diritto d’azione del cittadino contribunete avverso quelle leggi di spesa non rispettose del dettato costituzionale. La finanziaria italiana del 2007, sinteticamente, così disponeva per le spese (in miliardi di euro):
    – servizi generali delle pubbliche amm.ni 442
    – difesa 18;
    – ordine pubblico e sicurezza 21;
    – affari economici 55;
    – protezione dell’ambiente 1,6;
    – abitazione ed assetto del territorio 1,6
    – sanità 13;
    – istruzione 50;
    – protezione sociale 69;
    – attività ricreative, culturali e culto 12
    Nonostante i principi fondamentali della nostra costituzione indichino, all’art. 9, la tutela del paesaggio fra le priorità della repubbilca, si vede sopra quale misera considerazione viene, invece, ad esso riservata. Beh! Sarà pur vero quello che dicono gli accademici del ramo del diritto cui io appartengo ma, come cittadino contribuente, ho veramente l’amaro in bocca…pensando, soprattutto, a mio figlio.

  12. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 22-7-2009 alle ore 19:20

    Da domaini, ci sPOSTiamo su “L’Idea ingessata/2″

  13. L'Idea ingessata/2 - Postilla scrive:
    Scritto il 15-4-2013 alle ore 18:22

    […] post L’idea ingessata si fonda sulle parole chiave: cautela, conflitto, consumo, mercato, rischio, sicurezza. Un […]

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