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Il Blog di Corrado Tumaini

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Postilla » Generale » Il Blog di Corrado Tumaini » Normativa ambientale » A volte ritornano.

9 ottobre 2009

A volte ritornano.

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Recentemente, grazie a una analisi di screening in “gasmassa”, mi sono ritrovato il Dietilstilbestrolo in una contaminazione di terreni di vecchia data in area farmaceutica, associato a una miscela di altri inquinanti più “normali”.

Semplicemente così… Stava lì, dove non avrebbe dovuto essere.

Il Dietilstilbestrolo (per gli intimi, “il DES“), CAS n° 56-53-1, è stato il primo estrogeno di tipo non steroidale prodotto per via sintetica; di Peso Molecolare pari a 268,4 g/mol, ha Punto di Fusione da 169 °C a 172 °C, Punto di Ebollizione di 407,18 °C (non volatile – Constante di Henry, H pari a 2,37-10) ed un coefficiente di partizione Ottanolo-Acqua (Kow) pari a 5,07 (carattere spiccatamente lipofilo). Il DES è una polvere cristallina bianca, praticamente insolubile in acqua (Solubiltà pari a 12 mg/l a 25 °C) e solubile in etanolo, cloroformio, dietiletere, acetone, ed altri solventi.

È riconosciuto come un Carcinogeno Umano (U.S.-EPA Class A – Merck, 11th ed), valutazione basata su sufficienti evidenze di carcinogenicità sull’uomo. Le forti evidenze provengono da dati epidemiologici di donne esposte al DES in utero che riportavano adenocarcinomi alla vagina e alla cervice. L’incidenza totale di alterazioni benigne della vagina e del collo dell’utero fu stimata essere del 75%. Nella progenie maschile esposta durante gestazione al DES, si è osservata un’elevata incidenza di cisti epididimali, ipotrofia testicolare e indurimento capsulare associati a riduzione del volume dell’eiaculato e alterazioni qualitative del liquido seminale.

L’esposizione prenatale al DES causa, negli umani, deficienza immunitaria generalizzata, con insorgenza di infezioni respiratorie, asma bronchiale e artriti . Sono confermati anche effetti permanenti sul carattere e sulla personalità legati alla sfera sessuale e ai temperamenti.

Gli studi eseguiti in laboratorio e le osservazioni su umani, hanno inoltre dimostrato che non solo l’esposizione prenatale o postnatale precoce all’estrogeno (condizioni che condivide con altri contaminanti chimici) ma anche come contatto e ingestione sotto forma di inquinante ambientale e additivo di alimenti possono causare alterazioni irreversibili di diversi tipi cellule dell’organismo. Queste si manifestano come alterazioni quali-quantitative dei recettori ormonali e degli enzimi delle cellule, per variazioni morfologiche, biochimiche e funzionali.

Negli USA il DES è stato largamente impiegato per oltre un trentennio (circa 1940/1970) per prevenire l’aborto, in quanto stimola la sintesi di estrogeni e progesterone nella placenta.  Contemporaneamente era impiegato in zootecnica per facilitare la crescita degli animali.

Nel 1971 la U.S. Food and Drugs Administration (FDA) fece fermare le prescrizioni del DES alle donne in gravidanza.

Sulla base degli studi approfonditi del DES sulle gestanti, è sorto  anche il sospetto che parte degli effetti sopra indicati sia da imputare anche all’assimilazione dell’estrogeno attraverso l’alimentazione, per consumo di carni (in particolare avicole, cioè le “carni povere” per eccellenza presenti in tutte le cucine dei Paesi del Sud del Mondo);.

Sulla base di questo sospetto negli USA verso la fine degli anni ’70 fu proibito l’impiego di DES in zootecnica. La precauzione fu adottata anche in altri Paesi, ma più avanti nel tempo.

Sono rimasto sorpreso dalla quantità (e dettaglio nell’analisi) della bibliografia scientifica prodotta nei Paesi del Sud America sull’argomento.

Il Dietilstilbestrolo non è compreso nell’elenco delle sostanze inquinanti di cui all’Allegato 5 al Titolo V parte quarta. Ai fini dell’Analisi di Rischio sito specifica, si tratta quindi di soddisfare alla indicazione della normativa secondo la quale “…per le sostanze non esplicitamente indicate in Tabella 1, i valori di concentrazione soglia di contaminazione sono ricavati adottando quelli per la sostanza tossicologicamente più affine..” con  l’effettuazione di uno studio di assimilazione.

Tossicologicamente più affine… L’assimilazione alla bomba a fissione nucleare incontrollata sarebbe andata bene?

La procedura usualmente adottata per le assimilazioni ai fini delle definizione delle CSC preliminari prevede, in linea di massima, il confronto della classificazione di pericolo delle sostanze riportata in Allegato 1 alla Direttiva 67/548/CEE e, in particolare, l’allineamento del composto oggetto di valutazione a tutte le sostanze, tra quelle elencate nel D.Lgs. 152/2006 che: o presentano identica classificazione di pericolo per la salute e l’ambiente; b) o, in subordine, presentano la classificazione di pericolo come sopra più vicina (nel caso non siano identificate sostanze che presentino la stessa classificazione).

Si rileva subito che:

  1. il Dietilstilbestrolo non è tra le sostanze classificate dalla direttiva europea,
  2. l’Allegato 5 al Titolo V – Parte quarta del D.Lgs 152/2006, a prescindere dagli effetti tossicologici similari, considera  sostanze organiche con caratteristiche chimico-fisiche tali da favorire più vie di esposizione di rischio, ovvero, definisce CSC per quelle sostanze organiche: a) di impiego più frequente; b) di rischio tossicologico rilevante; c) di più facile introduzione e migrazione nelle matrici ambientali; il DES non si conforma a nessuna di queste condizioni.

Lo studio di assimilazione così impostato ha condotto, già nei primi passaggi, alla perdita progressiva di significato scientifico della valutazione del rischio. Ho coinvolto tossicologi di Istituti universitari e inviato un quesito specifico all’ISS, senza giungere a una risoluzione.

In buona sostanza, per il DES si è creato  un nodo di Gordio procedurale nell’analisi di rischio.

Il pensiero ricorre allora ai “rapporti interni” scritti sul finire degli anni  ’60 dagli odiati e temuti ispettori della direzione centrale,  fogli ingialliti ripescati nell’archivio remoto dello stabilimento; traspare, malgrado tutto, l’imbarazzo e lo sgomento nel descrivere le condizioni di lavoro nel reparto DES: operaie con tre cicli mestruali al mese, operai con crescita delle “tette”,  persone che svengono sul pavimento. E le lettere di dimissioni volontarie e irrevocabili (in quegli anni!) pur di non lavorare in quel reparto.

Al diavolo! Applico il principio ppb, presidio, prevenzione e (almeno) buonsenso, per il quale nella valutazione del rischio non mi sento chiamato a presentare una verità bensì a simulare una realtà applicabile e sostenibile; passo alla  risoluzione macedone, molto poco elegante e poco o punto scientifica ma efficace:

Dietilstilbestrolo = Benzene

sostanza quasi totalmente differente da un punto di vista chimico e fisico  ma tossicologicamente più pericolosa e in più cancerogena, al quale il “nostro” si è intimamente miscelato nei terreni contaminati del sito.

In verità, per il benzene avevo pensato a una tecnica di bonifica più “dolce” (un bioventing, un che so di leggero). Ma questa volta si smaltisce, diretti, spero in un termodistruttore.

All’inferno! Via il Benzene, eliminato il DES.

Almeno… sino alla prossima volta.

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Letture: 15919 | Commenti: 1 |
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Un commento a “A volte ritornano.”

  1. Latasha scrive:
    Scritto il 2-12-2015 alle ore 05:29

    Many many qulitay points there.

Scrivi il tuo commento!

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