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La' dove c'è Caos

Il Blog di Corrado Tumaini

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Postilla » Ambiente » Il Blog di Corrado Tumaini » Inquinamento » Vorrei…

30 dicembre 2009

Vorrei…

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Vorrei che le parole fossero chiare, che non si confondesse il rischio con il pericolo, l’opportunità con la trappola, la precauzione con la prudenza.
Vorrei esprimere pensieri e non solo opinioni.
Vorrei coniugare in un progetto il principio di precauzione con quello di economicità.
Vorrei che un tribunale amministrativo non fosse costretto a dar ragione al responsabile dell’inquinamento che non vuole riparare al danno, perché questi, nel frattempo, ha cambiato pelle attraverso “regolari” trasformazioni societarie. E vorrei che il funzionario pubblico non si accanisse sull’inquinatore ma ne comprendesse primai motivi e le condizioni in cui e per cui ha operato. Le bonifiche costerebbero meno.
Vorrei essere sempre sicuro di agire per il meglio dei miei clienti. Anche quando loro sono convinti del contrario. Vorrei non dover imbrogliare la controparte anche quando questa, a sua volta,sta tentando di farlo a me.
Vorrei essere sempre sicuro delle mie decisioni. E vorrei che il dubbio fosse sempre a fondamento delle decisioni prese.
Vorrei che la vigilia di Natale gli adulti, prima di mettere la statuina del Bambino nel presepe andassero allo specchio e, statuina in mano, osservassero la loro immagine per un minuto. Anche se poi almeno la metà dei presepi rimanessero incompleti. In fondo, a Lui di questo poco importa.
(l’alternativa è lasciare che sia un bambino a riporre la statuina).
Vorrei che i bambini restassero tali finché bambini devono essere, al riparo dalla mischia e senza l’assillo di “cosa faranno da grandi“.
Vorrei che gli studenti studiassero per il piacere di studiare e non per trovare l’impiego, che scegliessero in base alle loro inclinazioni e non al “mercato”. Studenti appagati saranno lavoratori migliori.
Vorrei che i docenti introducessero gli studenti alla vita. E vorrei non considerassero tutti gli studenti come “deficienti”. E viceversa… Non tuttialmeno.
Vorrei che il lavoro fosse una cosa “normale”, che ognuno lavorasse secondo le proprie capacità, senza umiliazioni ma anche senza presunzioni.
Vorrei che gli incarichi ai professionisti fossero assegnati secondo criteri di capacitàe non per connivenze.
Vorrei che mi si spiegasse con parole convincenti cos’è il “mercato”. E perché si droga.
Vorrei che si ricominciasse a parlare di lavoro  anche per quelli che l’hanno perso e non hanno una gru sulla quale arrampicarsi.
Vorrei poter rispondere gentilmente tutte le volte che mi interrompono sul lavoro e a cena per un telemarketing, perché in quella manciata di secondi comunque sono in contatto con un altro individuo. E vorrei poter avere a disposizione un indirizzo, un’opportunità per quella voce che mi sta proponendo la macchinetta del caffèusando talento e professionalità tali che,  comprendo benissimo,  le permetterebbero di vendere ugualmente bene un’intera due diligence.
Vorrei che i talenti non si sprecassero. Mai.
Vorrei conoscere i nomi di tutti gli Uomini che usano i loro talenti per produrre qualcosa che vaa vantaggio di tutti e, contemporaneamente,procurano benessere economico alla propria famiglia e agli amici. Vorrei ringraziarli per questo.
Vorrei conoscere di persona i componenti del consiglio di amministrazione della Monsanto, per poterli guardare negli occhi e scrutare nell’abisso dei loro sguardi.
Vorrei che non ci fosse sempre bisogno  di una rock star miliardaria per promuovere un atto di giustizia.
Vorrei che fosse normale consumare meno carne e inquinare di meno. Ma non vorrei che si incominciasse a farlo da là dove la carne è già poca.
Vorrei che si componesse una preghieradi ringraziamento da recitare davanti al frigorifero aperto.
Vorrei cenare in un mcdrive (… scherzo!!).
Vorrei che gli Ordini Professionali si auto-proclamassero estinti.
Vorrei che si spegnessero le televisioni (gradualmente, non estremizziamo). Perché ho il sospetto che metà delle sciagure di questo pianeta esiste perché “l’ha detto la televisione” e l’altra metà non è mai accaduta perché la televisione non ne parla.
Vorrei che si esaminasse l’argomento “centrali nucleari” nelle sedi opportune e non nei talk show. Perchè  vorrei che il futuro di mia figlia non fosse un’idea di Bruno Vespa (nulla di personale, beninteso, sto procedendo per “archetipi”).
Vorrei sapere se abbiamo una strategia, un piano energetico, per i prossimi 50 anni.
Vorrei essere sicuro che le grandi opere in corso hanno la copertura finanziaria.
Vorrei fatturare come qualche anno fa ed avere le stesse soddisfazioni di allora nei risultati del mio lavoro.
Vorrei che il mio commercialista mi iniziasse al Mistero dello Studio di Settore. E mi spiegasse l’arcano per il quale  se lavoro dodici ore al giorno e fatturo tutto non sono conforme in quanto “produco troppo reddito“: la mia “amministratrice” è di parere contrario.
Vorrei che il rischio fosse il calore che alimenta gli imprenditori e i loro consulenti. E anche i loro dipendenti.
Vorrei avere un rapporto di fiducia con la mia banca. Vorrei sapere chi usa i “miei soldi” versati con bonifico on-line in quei 4-5 giorni che passano prima dell’accredito sul mio conto.
Vorrei poter guardare con simpatia il movimento ambientalista.
Vorrei che le parole avessero una massa, per capire da subito qual’è il loro peso reale. Ma forse il pianeta collasserebbe sotto questo nuovo carico.
Vorrei non perdere l’uso del congiuntivo.Vorrei non essere costretto a parlare in “inglese”. Vorrei aver potuto imparare la lingua inglese da piccolo, così da essere convinto di quanto appena affermato.
Vorrei lavorare nei prossimi quarant’anni nel Caucaso. E lì, sotto una pietra, trovare la radice del segreto dell’anima di popolo. Così l’origine di tutte le nostre tradizioni autentiche mi si paleserebbero.
Vorrei avere la risolutezzadi entrare in una biblioteca. In un giorno e in orario di lavoro. E uscire con in mano una raccolta di poesie.
Vorrei ricordarmi di ringraziare in ogni momento quanti mi sono sempre  accanto. Vorrei farlo senza fare lo spiritoso, come mio solito.
Vorrei credere nella privacy. E vorrei non dover credere nell’esistenza di agenti occulti che pianificano l’esistenza del pianeta.
Vorrei sapere se l’11 settembre nelle Torri c’erano solo vittime. Vorrei conoscere quanta parte di me è “vittima” e quantaè “carnefice”.
Vorrei essere pienamente orgoglioso di essere europeo ed occidentale, conscio dell’entusiasmante compito che ci è stato affidato. Mi permetterebbe di convivere serenamente con la nostra contraddizione di magnifici sviluppatori del pensiero e di crudeli oppressori di popoli.
Vorrei che le vittime perdonassero.
Vorrei che Bene e Male fossero mi fossero così chiari come a Dante.
Vorrei che qualcuno a Milano mi spiegasse cos’è un “piano scavi”.  A Milano vorrei anche poter prendere un caffè-caffè, che sa di caffè e che stia tutto dentro la tazzina e non anche sul piattino.
Vorrei scendere in città e poter dire a una bambina “Che bella bambina!” senza essere preso per un pedofilo,a un senegalese tornato dalle ferie“Come sei abbronzato!” senza essere tacciato di razzismo, accennare un sorriso allo “sconosciuto” che ho di fronte nel metrò senza essere citato per molestia.
Vorrei potermi ancora fermare per lasciare attraversare un pedone, senza averlo poi sulla coscienza perché da dietro qualcuno mi sorpassa e lo travolge. Vorrei anche non ricevere più multe per l’autovelox o il sirio ma vorrei un poliziotto che mi fermasse e mi facesse sentire un cretino per come stavo guidando.
Vorrei trovare la drusa di quarzo perfetta, per osservare attraverso l’intreccio dei suoi cristalli.
Vorrei essere stato alla scrivania di fronte a Boltzman quando distese l’equazione percaptare laluce del suo sorriso e conoscere così interamente la bellezza della formula.
Vorrei essere sicuro degli effetti del surriscaldamento, perché a quelli del riscaldamento globale sono già avvezzo: mi basta leggere le rocce.
Vorrei credere nell’onestà dei ricercatori. Di tutti i ricercatori.
Vorrei poter affermare che non è il pianeta in pericolo, ma solo l’Umanità. Che del pianeta, però,  è la coscienza di esistere. Vorrei poter affermare che senza di noi il pianeta andrà avanti comunque per miliardi di anni ancora, sostituendoci con i ratti. Ma non ne sono sicuro.
Vorrei che le nostre parole non si sbiadissero più rapidamente del tempo che l’inchiostro impiega per asciugarsi.
Vorrei…

Letture: 7493 | Commenti: 15 |
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15 Commenti a “Vorrei…”

  1. luigi de valeri scrive:
    Scritto il 30-12-2009 alle ore 11:12

    Vorrei che gli uomini rispettassero la vita sin dall’inizio accettandola così come il Signore ancora la concede nonostante tutto quanto accade nel mondo a cominciare dalla guerra, dai danni all’ambiente provocati dalla ricerca del profitto, dalla mancanza di rispetto per il prossimo soprattutto per i piccoli, i poveri e i più deboli.
    Vorrei che ogni sfruttamento dei minori venga a cessare e che la gente capisca che dare un euro a chi mendica tenendo in braccio una creatura di pochi mese aiuta solo gli sfruttatori.
    Vorrei che ogni persona nel rispetto di tutti, possa esprimersi liberamente e realizzarsi mediante un lavoro adeguatamente retribuito.
    Mi auguro e vi auguro un 2010 migliore del 2009 in ogni angolo del mondo e soprattutto nella nostra meravigliosa Italia.
    Luigi De Valeri Roma

  2. francesco arecco scrive:
    Scritto il 30-12-2009 alle ore 16:01

    In sintesi.
    Basterebbe che tutti:
    – amassero come Corrado,
    – fossero più sintetici e guidassero in maniera differente rispetto a lui.
    Le stelle vi guardino!
    Francesco

  3. Alfiero Marin scrive:
    Scritto il 30-12-2009 alle ore 16:44

    Vorrei …
    -da AiFOS
    “se noi dui ci scambiamo una moneta avremo ciascuno una moneta, ma, se noi due ci scambieremo una idea avremo entrambi due idee”.
    Auguri!!!!!
    Alfiero Marin

  4. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 30-12-2009 alle ore 16:50

    @ Francesco

    …”Vorrei ricevere la capacità della sintesi, per dare più forza alle mie analisi”. C’era nella bozza del post. C’era. Ma….poi …..ho pensato: come “augurio/dono” è troppo grande per essere chiesto anche allo Spirito universale e come “augurio/compito” è troppo grande per essere affrontato anche per me. In sintesi, sarebbe un desiderio contro natura. La mia.

    Ancora auguri Francesco e ….ci vediamo per una E80 tutta di un fiato.

    Corrado

    PS: a proposito di sintesi. Hai visto che timidoni i nostri colleghi blogger? Sembrano restii a rispondere all’appello.
    Eppure, anche i professionisti hanno un’anima!

  5. francesco vitelli scrive:
    Scritto il 30-12-2009 alle ore 17:40

    Mi piace molto la tua lettera a Babbo Natale, ma come ho scritto nel mio post non riceverai subito molte risposte perchè credo sia scappato con le segretarie in mezzo al Mediterraneo. Per non svelare il segreto ci hanno detto che era JFK.
    La lunghezza è legata alla geologia. Siamo abituati a parlare di milioni di anni non degli ultimi 150…

  6. Alexandra Kondakova scrive:
    Scritto il 30-12-2009 alle ore 23:39

    Vorrei un’infinita’ di cose ma cerchero’ di racchiudere tutto in poche parole…”superando l’imbarazzo”..
    Vorrei non smettere mai di fidarmi delle persone, anche a costo di ricevere delusioni.
    Vorrei vedere la gente sorridere che fa davvero stare meglio.
    Vorrei VIVERE tutte le cose belle che la vita mi regala e fare delle pazzie senza pensarci troppo e non dire mai “e’ tardi”. Vorrei non perdere mai curiosita’ di scendere al cuore delle cose, cosi’ come delle persone, scoprendo che in ogni cosa anche piu’ insignificante puo’ nascondersi uno dei stupendi misteri della vita.
    Grazie Corrado. Buon Anno a tutti!

  7. Stefano Varano scrive:
    Scritto il 31-12-2009 alle ore 08:30

    Quasi una cosa da esseri umani…talmente astratta da sembrarmi fin troppo concreta e talmente inapplicabile da potersi applicare a molti campi della nostra quotidiana esistenza se ogni tanto vi aggiungessimo quel costosissimo condimento che è diventato il buon senso.

  8. sergio c. scrive:
    Scritto il 31-12-2009 alle ore 10:00

    Oltre a condividere moltissime delle “voglie” di Corrado, vorrei imparare a gestire meglio il tempo così da smettere con l’alibi del “non ho tempo” per vedere gli amici, stare coi i figli, i familiari, leggere ancora
    Vorrei che ci fosse maggiore consapevolezza nel progettare e attuare piani di valorizzazione turistica di aree bellisime (montane e costiere), veri santuari naturali, destinate a diventare surrogati di parchi di divertimenti.
    vorrei che smettessimo di parlare di Catastrofi naturasli e fossimo consapevoli che sono effetti catastrofici (prevalentemente su strutture antropiche) di fenomeni, si naturali, uguali a quelli già avvenuti migliaia di volte, che ci sono e ci saranno ancora.
    Vorei…..

  9. francescovitelli scrive:
    Scritto il 3-1-2010 alle ore 14:47

    vorrei che si utilizzasse qualche grammo di prevenzione al posto di quintali di interventi per ripristino di errori…
    libera traduzione da Gemba Panta Rei…

  10. giuseppe chisari scrive:
    Scritto il 5-1-2010 alle ore 12:17

    ieri, all’ufficio postale, una signora sconosciuta, ha avuto un gesto gentile nei mei confronti. Oltre ai normali ringraziamenti le ho rivolto un augurio cordiale per un sereno prossimo anno.

  11. paolo stern scrive:
    Scritto il 9-1-2010 alle ore 23:05

    Vorrei ricordarmi tutti i giorni che non mi sono auto creato
    Vorrei riuscirmi a stupire sempre guardando le stelle
    Vorrei parlare di Terra e non di territorio, di Comunità e non di società
    Non vorrei che il frullatore che mi trita ogni giorno dalle 7.30 alle 21.00 mi facesse dimenticare di farmi domande vere
    Non vorrei mai dimenticare le parole responsabilità ed impegno
    Vorrei essere capace di condividere come un saggio amministratore e non di consumare come un fesso proprietario

    Last but not least vorrei un …. inverno nevoso così da riuscire ad andare in overose di montagna e di SCI!

    Corrado un abbraccio e grazie per il post

  12. Eugenio Falcone scrive:
    Scritto il 12-1-2010 alle ore 17:19

    Vorrei che le città fossero migliori e che rimanesse la distinzione con la campagna.

  13. Gius. scrive:
    Scritto il 13-1-2010 alle ore 17:40

    E’ vero, sognare non costa nulla !!

  14. Barbara scrive:
    Scritto il 19-1-2010 alle ore 13:09

    Vorrei—
    che per le cose belle e buone imparissimo ad usare l’indicativo presente e non il condizionale, quindi a incarnarle nel mondo.

  15. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 7-4-2010 alle ore 10:24

    Aprile 2010

    Ci sono periodi storici in cui uno vorrebbe poter dire: “Io non c’ero!”
    (Altan, 1991)

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