4 febbraio 2011
Siti Contaminati: a Milano, è risacca!
Chi chiamasse in questo periodo l’Ufficio Bonifiche del Comune di Milano per avere notizie sull’iter di un qualunque procedimento di bonifica ai sensi del D. Lgs. 152/2006 e, in special modo, sui tempi previsti di rilascio delle autorizzazioni, potrebbe ricevere risposte evasive. E se, incalzando l’interlocutore, chiedesse se è vero che è tutto bloccato in attesa di un “chiarimento” in merito al destino dei terreni di riporto, potrebbe sentirsi replicare, nervosamente, che non sono affari suoi, che è un chiarimento “interno” e che quando sarà risolto l’enigma, si saprà…..
??!!!
Ho iniziato la mia attività di blogger su Postilla con un contributo dal titolo “Siti contaminati: è bonaccia”. A quasi due anni da quel primo post e a quattro dell’entrata in vigore del Codice dell’Ambiente, pare proprio che non si riesca a prendere il largo. Sarà per i cambiamenti climatici ma, appena si mette fuori il naso, è tempesta!
E si ritorna a sciacquettare sugli scogli, immersi nella schiuma della risacca, ad osservare cosa viene a galla. Attoniti (ancora?). In attesa che l’ennesima commissione riunita al solito tavolo (o viceversa) ci illumini sulla natura intima, forse anche sul sesso, di cosa? Dei “terreni di riporto”! E magari elabori delle linee guida su come cercarli, riconoscerli e….farne qualcosa.
A questo punto, qualcuno può chiedersi: ma a chi importa?
Risposta: quanti giorni mancano all’inaugurazione dell’Expo 2015?
……!!!
OK, ammettiamolo: a Milano e dintorni la tensione è alta. MonteCity-Santa Giulia e Bisceglie- Calghi Taeggi, giusto per citare i casi all’ordine del giorno in Procura, hanno creato un po’ di instabilità nel sistema, ma è proprio in questi momenti che dovrebbe prevalere l’uso del buon senso. Con un po’ di umiltà, magari. Invece….
Milano è stata eretta, demolita e ricostruita più volte nel corso della sua storia: è fondata sulle sue macerie e nei suoi calcestruzzi sono mescolate le ghiaie e le sabbie estratte dalle cave aperte in periferia che poi, quasi sempre, sono state riempite con i rifiuti più eterogenei….
Quando si scava a Milano, qualcosa esce sempre di “non naturale”. Come quando lo si fa a Roma e vien fuori sempre il “coccetto”. Non è emergenza. Non può essere “imprevisto geologico”.
Dov’è allora il problema? Nelle definizioni? “Terre o rifiuto”? O nella gestione del materiale scavato? Progetto di bonifica o Piano Operativo di rimozione dei rifiuti? O in qualcosa che con le procedure da normativa ha poco a che fare, non fosse altro perchè vocato ad evitarle e “interpretarle” con scale di valutazione personalizzate?
Restiamo con il fiato sospeso (e ormai corto), in attesa di linee guida.
…o no?!