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Il Blog di Corrado Tumaini

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Postilla » Ambiente » Il Blog di Corrado Tumaini » Inquinamento » Ponza: l’inquinamento al vetriolo

17 settembre 2009

Ponza: l’inquinamento al vetriolo

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“Ho letto il post, ho aperto gli articoli con i tags che mi hai raccomandato e..non capisco. Ma Ponza è a bagno nel gasolio o no?” È la domanda-tipo che ho ricevuto da più parti, al mio rientro dall’isola e dopo la pubblicazione del post precedente.

Riprendo quindi le fila dell’argomento, abbandonando la traccia delle riflessioni a caldo e di seguito vi presento la “storia pregressa” del caso di inquinamento da idrocarburi della spiaggia di Giancos (che, per inciso, “spiaggia” non è, ma al massimo “arenile” in area portuale, dove la balneazione non è permessa). Così come risulta dall’esame dei documenti tecnici passati al vaglio degli enti di controllo e dalla testimonianza diretta.

Un mero “report” quindi, da professionista per i professionisti, così che, integrandolo con la ricerca in Rete, ognuno sia messo in grado di formulare il proprio modello concettuale sulla vicenda e commentare con cognizione di causa.

D’altra parte, la vicenda è emblematica sia per gli aspetti ambientali  sia per quelli deontologici con particolare riguardo alle responsabilità connesse alla gestione delle informazioni, argomento “di tendenza” di questa estate agli sgoccioli.

Il testo che segue risulterà un po’ lungo per un post, quindi, senza altro indugio, andiamo a rappresentare:

12 Novembre 2007: i tecnici della Società Elettrica Ponzese individuano la rottura di una tubazione di carico del gasolio che alimenta la centrale e provvedono alla riparazione.

20 Dicembre 2007: Vincenzo Mazzella, proprietario dell’immobile adiacente segnala la presenza del carburante nel suo seminterrato; a seguito di questa segnalazione, SEP attiva gli interventi di  messa in sicurezza d’emergenza e la predisposizione del Piano di caratterizzazione ai sensi dall’art. 242 del D.Lgs 152/2006.

Gennaio 2008: sono completati gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza: rete di pozzi di spillamento degli idrocarburi nella zona di massima concentrazione del plume e dalla messa in opera di un diaframma plastico-impermeabile (“barriera bentonitica”) sul lato verso mare per il contenimento della contaminazione.

Febbraio 2008: SEP trasmette la proposta di Piano della Caratterizzazione, sul quale la conferenza di Servizi, appositamente convocata per il caso, esprime parere favorevole con prescrizioni. Le attività di messa in sicurezza continuano senza soluzione di continuità e con il potenziamento del sistema di spillamento e recupero del carburante dal sottosuolo.

Febbraio 2009: la Conferenza di Servizi esprime parere favorevole in merito ai risultati della caratterizzazione che descrive lo stato di contaminazione del sito. La Regione Lazio, alla quale compete il parere sui risultati dell’analisi di rischio sanitario sito-specifica, si esprime favorevolmente in merito agli obiettivi di bonifica.

Marzo 2009: iniziano le operazioni di posa della rete fognaria comunale nel tratto che attraversa l’area coinvolta dallo sversamento; nei mesi precedenti, i lavori di posa sono stati definiti di somma urgenza, indifferibili e prioritari alle stesse indagini di caratterizzazione. I lavori di scavo e posa sono stralciati dal progetto generale e affidati da una ditta avente i requisiti per operare in siti contaminati.

Sempre nel Marzo 2009 si ripristina l’integrità della barriera bentonitica intaccata dallo scavo eseguito nella stagione 2008 per la posa di tubazioni e cavi a servizio del pontile di proprietà di Mazzella.  Riprende una pressante campagna di “informazione” a mezzo stampa (si scrive, tra l’altro, di “fiumi di gasolio” che invadono la strada prospiciente la centrale) alla quale la  SEP deve risponde con una serie di smentite.

Nota bene: i risultati della caratterizzazione valutati favorevolmente dalla Conferenza di Servizi nel precedente mese di Febbraio già avevano identificato le dimensioni dell’inquinamento, per cui il ritrovamento di terreni con idrocarburi lungo la traccia di posa della fognatura non è stata una “sorpresa”, ovvero non era una “novità” degna di divenire “notizia”.

L’estate ponzese 2009 è caratterizzata dal messa sotto sequestro dei pontili a cura della Guardia di Finanza su mandato della Procura della Repubblica, per gravi e manifeste irregolarità, ivi compresi tutti i pontili ancorati sull’arenile di Giancos.

1° Settembre 2009: sulla base di una nota ANSA, parecchi quotidiani a diffusione nazionale pubblicano la notizia di un nuovo sversamento di gasolio dalla centrale, che avrebbe raggiunto il mare diffondendosi dalla spiaggia di Giancos sino al porto (o viceversa, secondo la versione riportata). La notizia passa rapidamente anche in Rete e trova ampia eco nei siti di promozione turistica.

3 Settembre 2009: i tecnici dell’ARPA Lazio effettuano un sopralluogo e campionamenti a mare e nei pozzi di monitoraggio realizzati sull’arenile di Giancos;  è richiesto alla SEP di attivare immediatamente le necessarie misure atte al ripristino della funzione di contenimento della barriera bentonitica e il ripristino delle condizioni di sicurezza quo antea. Si noti che dai  sopralluoghi distinti effettuati dai tecnici della Procura e da ARPA non risulta che alla centrale elettrica si sia verificato un nuovo sversamento.

5 Settembre 2009: la squadra di pronto intervento ambientale riesce a imbarcarsi sul traghetto delle 9,00 da Formia; il giorno precedente la società dei traghetti da Terracina aveva posto un netto diniego all’imbarco per “mancanza di posto” malgrado sia stata evidenziata e documentata la condizione di emergenza e l’urgenza di giungere sull’isola.

È realizzata una barriera galleggiante a mare con panne oleoassorbenti. Per i giorni successivi è previsto “levantino” che batterà l’arenile; si prepara comunque un nuovo intervento di ripristino della barriera bentonitica sul tratto valutato “inefficiente” (lo stesso già riparato a Marzo), poichè dallle verifiche effettuate lungo la barriera l’unico elemento “anomalo” identificato è il taglio perpendicolare ripetuto, sempre per il passaggio dei sottoservizi al pontile, all’inizio stagione 2009.

Nel frattempo è alimentata la campagna di informazione sui quotidiani locali: si scrive diffusamente di fiumi di gasolio in uscita dalla centrale, di sversamenti a mare, di bagnanti sfollati dalla “spiaggia”.

9 Settembre 2009: giungo sull’isola come responsabile tecnico della ditta che eseguirà l’intervento di ripristino della barriera bentonitica. Sono solo, perché né Terracina né Formia hanno dato disponibilità per traghettare i due autocarri di servizio (“tutto esaurito”).

“Mi porto avanti” e impiego il tempo libero esaminando la documentazione esistente e la rassegna stampa: mi danno la misura della “tensione” che alimenta il caso. Il Modello concettuale preliminare (soggettivo) prevede: inquinamento da gasolio nei terreni prospicenti la centrale (“fisiologico”) confinato dalla MiSE e contaminazione diffusa da vetriolo negli animi…..Precauzione da adottatare: evitare l’advezione del vetriolo sul responsabile tecnico.

10 Settembre 2009: la squadra di pronto intervento traghetta e mi raggiunge sull’arenile di Giancos. Iniziano dei lavori. Tempo previsto per la loro esecuzione: 10 ore, senza soluzione di continuità.

Questa è la cronaca. Il resto è “diario”. Al prossimo post.

Letture: 5343 | Commenti: 3 |
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3 Commenti a “Ponza: l’inquinamento al vetriolo”

  1. vincenzo scrive:
    Scritto il 18-9-2009 alle ore 15:38

    La solita storia, la solita Italietta. Una commedia felliniana o un film lituano…ricordi. Ciao e buona fortuna e meno male che ci sei tu.

  2. Corrado Tumaini scrive:
    Scritto il 18-9-2009 alle ore 16:01

    Eppure qualcosa si muove…

  3. Andrea D'Anna scrive:
    Scritto il 18-3-2010 alle ore 17:09

    Per gli esperti del settore:
    … si ma speriamo che non si muova la LNAPL …

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