19 novembre 2009
Concentrazioni Soglia di Contaminazione: dalla incertezza scientifica alla certezza per legge!
Il fatto
Recentemente, il TAR Lombardia si è trovato nuovamente ad esprimersi sulla legittimità dei valori di concentrazione soglia (cd: CSC) per parametri non previsti dalla normativa di riferimento (Allegato 5 al Titolo V parte quarta del D.Lgs 152/2006), nel caso specifico per il MTBE (metil-t-butil etere) l’additivo “verde” sulla cui tossicità la discussione è tutt’altro che chiusa.
Non entro in merito allo specifico inquinante né al caso altrettanto peculiare sul quale si è imperniato il ricorso al parere del Tribunale regionale lombardo. Per il primo vi rimando alla letteratura reperibile in Rete (c’è un’ottima scheda tecnica a cura di Roberta Lazzari) e per la collocazione del secondo alla lettura integrale della sentenza (TAR Lombardia, Brescia, Sez. I – 9 ottobre 2009, n. 1738).
Qui mi limito a segnalare l’ennesima censura che giunge dal mondo giuridico all’operato degli scienziati e dei tecnici competenti (in questo caso, ancora una volta, l’Istituto Superiore della Sanità), per la palese violazione del principio di proporzionalità, ovvero, per eccesso di prudenza, definito “ingiustificato” dai giudici.
Quesiti
Queste ” scelte tecniche”, con immediate ricadute sulla salute umana ma anche sui costi di bonifica, sono effettivamente dettate da un eccesso di prudenza, chè è prerogativa del tecnico, o da un uso improprio del principio di precauzione, strumento che deve essere invece gestito esclusivamente dal politico, o, ancora, da distrazione (“superficialità”?) nella formulazione dei pareri scientifici?
L’imposizione di limiti di esposizione al rischio sempre più stretti è direttamente connessa con la ricerca della scienza rivolta verso il sempre più piccolo?
È questa la direzione giusta o è solo autopromozione del proprio esistere o, ancora, è fuga dal palesare il fallimento del metodo scientifico moderno?
Memoria
Un caso doloroso che mi trovai a gestire quasi dieci anni orsono, quando anche i media stavano rivolgendo la loro attenzione all’inquinamento di PCB nell’Est lombardo e il neonato DM 471/99 era in corso di collaudo operativo.
Mi capitò quindi di dover applicare i valori tabellari (allora “limiti di accettabilità” e non “soglie di attenzione”) per i PCB dispersi in terreni agricoli.
In assenza di una tabella specifica per i limiti nei suoli destinati alle pratiche agro-alimentari e per prassi consolidata, si trattava di applicare i valori dell’elenco più cautelativo disponibile a livello normativo, ovvero, la colonna a della Tabella 2 – Allegato 1 al DM 471/99:
PCB (sommatoria) < 1 microgrammo per chilogrammo
per l’uso del suolo residenziale/verde pubblico
contro i 5000 indicati per l’uso industriale/commerciale
Un microgrammo! un valore al limite di rilevabilità della maggior parte delle attrezzature di analisi di allora.
E per la sommatoria, quali cogeneri considerare? I sette indicati dall’ISS come “maggiormente nocivi” o la miscela commerciale realmente sversata sui terreni?
Nessun pronunciamento dagli enti sanitari locali.
Tutte le mattine, la mandria di bufale mi puntava uno sguardo collettivo al mio passaggio attraverso la stalla, interrogandomi sulla sua sorte. Così i membri delle famiglie dell’allevamento (ventotto persone), tutti con un tasso di PCB nei tessuti trenta volte superiore alla media, tutti in attesa di certezze.
Chiesi lumi presso l’ISS, evidenziando anche la sproporzione esistente tra i due limiti tabellari: 1 a 5000!!! E la conseguente (e oggettiva?) difficoltà di produrre dati attendibili sul reale inquinamento dei terreni. Ventilando perfino l’ipotesi di un “errore di trascrizione” nel testo del decreto. Era già successo. Avrebbe potuto essere ancora.
Niente di tutto questo. Candidamente mi venne svelato che i limiti erano quelli “giusti”: il nonnulla per il residenziale/verde pubblico, perché si era partiti dal presupposto che nei terreni naturali i PCB non si devono trovare, non essendo una componente naturale dei suoli.
E per l’industriale/commerciale? Perchè 5000 volte superiore, quando per le “innominabili” (NdR: le diossine..ssss!) il rapporto tra i due limiti è di 1 a 100? “Per i PCB non si è potuto mettere un limite più basso, sennò la maggior parte dei siti industriali nazionali sarebbero da bonificare…”
Bozza per un romanzo popolare del terzo millennio
“Sono urban, vivo in una città ex industriale dell’ex Occidente che nel secolo scorso è stata molto attiva nelle produzioni pesanti, le stesse che ora realizziamo a Est-Sudest con i nostri “partners” esotici.
Abito in un condominio con certificazioni energetiche e ambientali a posto: Classi A1+++.
Anni fa, dove adesso è il parco pubblico, una costosissima bonifica a finanziamento pubblico, ha rimosso i PCB sino a un livello inferiore al microgrammo. Tutti i terreni contaminati sono stati smaltiti altrove, non ricordo dove.
Tutte le mattine, scendo nel parco e prendo una bocca d’aria mentre il mio cane fa quello che deve fare nell’area dedicata.
Una mezz’oretta.
Sono direttore amministrativo dell’ipermercato all’interno del Parco Commerciale Meridionale. È stato costruito sopra l’area dell’ex fabbrica-simbolo della città, dopo la bonifica (a intervento “misto” privato-pubblico) che ha ridotto i valori dei PCB a meno di 7000 microgrammi per chilogrammo (obiettivo di bonifica definito a seguito di Risk Analysis elaborata dal politecnico).
Lì passo 10-12 ore al giorno (l’economia ha ripreso a tirare…).
Tutte le mattine, mi trattengo davanti alla vetrata dell’ufficio, al quinto piano, lo sguardo sulla rampa di accesso al seminterrato dov’è il magazzino.
Esce sempre a quest’ora, a fine turno. Un impiego sicuro, a voucer, addetta al confezionamento “carni bianche”. Cinque ore filate.
Sottile, dimessa, la pelle chiara, gli occhi scuri. Da mesi è il mio desiderio inconfessato.
Attendo invano. “Oggi è assente. Accertamento medico. Ghiandole… Cose “da donne”. Nessun problema, si rimetterà”
Di sicuro…
“Non si prooccupi, già sostituita alla linea. Nessun ritardo”..….” “Certo che l’influenza di quest’anno è peggio di quella passata. Almeno, così dicono i network.”
Già…