11 agosto 2009
…e il Bicchiere mezzo vuoto.
“In this new century, water, its sanitation, and its equitable distribution, pose great social challenges for our world. We need to safeguard the global supply of healthy water and to ensure that everyone has access to it”. ( Kofi Annan, Segretario Generale UN, 2001)
“It is now time to consider access to safe drinking water and sanitation as a human right and calls upon States to prioritize personal and domestic water uses over other uses and to take steps to ensure that a sufficient amount of good quality water for personal and domestic uses is affordable for all and can be collected within a reasonable distance from a person’s home.” (OCHCR, 2007)
Sarebbero sufficienti queste due citazioni per inquadrare correttamente l’argomento “acqua” a scala planetaria, se non fosse che tra le due si inserisce il confronto/scontro avvenuto in occasione del quarto Forum mondiale dell’acqua, di Città del Messico (2006) con la nota e contestata dichiarazione finale non sottoscritta da tutti i partecipanti.
“L’acqua è un bene dell’umanità!” (Riccardo Petrella, fondatore del Comitato internazionale per il Contratto mondiale dell’acqua).
“Accesso all’acqua come diritto umano e un minimo di 20 litri? È possibile, basta pagarlo!” (affermazione attribuita al rappresentate USA e al magnate messicano Carlos Slim presenti al IV Forum mondiale dell’acqua).
Affermazioni totali come queste sono proferite con la mano destra sul petto, là dove alloggiano, di norma, il cuore e il portafogli. Sono le nostre “contraddizioni interne” con le quali, quotidianamente, dobbiamo convivere: Teresa di Calcutta e la Monsanto, Henry Jekyll e Edward Hyde, il volontario ONG e le 24 Commissioni ONU che hanno contribuito alle conclusioni OCHCR…..
La retorica umanitaria e la schietta scorciatoia del libero mercato, entrambe di marca “occidentale”, ognuna con i suoi obiettivi, i suoi costi, i suoi professionisti. Con frequenti scambi tra le aree.
È percorribile una “terza via” dell’acqua, una visione dell’argomento diversa da quella dell’”uomo bianco”?
Un collega, di ritorno da una missione UN per la trivellazione di pozzi in territorio africano, interrogato sugli esiti del suo lavoro mi rispose “La ricerca è stata un successo: abbiamo perforato un pozzo al centro del villaggio ed ora è installata una fontana che fornisce acqua a tutti gli abitanti…Ma le donne non ne sono contente; prima del nostro intervento percorrevano tre ore di cammino per prelevare l’acqua a una fonte distante: era la loro unica occasione per stare da sole e conversare, ora con la fontana nel villaggio…hanno perso quel poco di libertà strappata al controllo dei maschi!”
Nella Dichiarazione degli Enti Locali Approvata il 21 marzo 2006 in occasione del IV Forum mondiale dell’acqua si legge: “Le donne ricoprono un ruolo fondamentale per lo sviluppo, in particolare, nell’approvvigionamento, gestione e conservazione dell’acqua” .
Forse è solo retorica umanitaria, una brillante invenzione da political consultant, o forse no, è uno spiraglio, un piccolo lume di coscienza, un invito a “pensare l’acqua” da altri punti di vista…